Pavé floreale

Pavè floreale

Pavé floreale

 

Pavé floreale

Il sostantivo maschile pavé nella lingua francese significa “lastricato” e si riferisce a una tecnica di pavimentazione stradale, che risale all’antica Roma, consistente nel lastricare le strade con piccoli cubetti di pietra o di porfido. Ripreso nell’arte orafa, indica un tipo di incastonatura fatta incastonando le gemme molto vicine (taglio a taglio).

 

Nell’arte floreale, una disposizione a pavé consiste nel tagliare i gambi molto corti e inserire le teste dei fiori molto vicine una all’altra nella spugna ottenendo un disegno pulito, denso e compatto. Con questa tecnica assai formale nella disposizione dei fiori si ottiene un effetto di eleganza, esuberanza e ricchezza.

 

Il pavé viene utilizzato anche per realizzare grandi rappresentazioni pittoriche floreali come nelle “infiorate” delle competizioni floreali organizzate nelle piazze e nelle vie di una città: ad esempio nella manifestazione Pietra Ligure in fiore.

 

Spesso con la tecnica del pavé vengono realizzate composizioni in stile Biedermeier come quella della foto in basso a destra dove i fiori sono disposti a cerchi concentrici.

Pavé floreale
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Lo stile Biedermeier è un particolare aspetto dello stile formale, di moda nella Germania e nell’Austria degli anni 1815-1848. Il Biedermeier ha un’impronta fortemente tradizionalista e deriva dallo Stile Impero francese, di cui conserva i tratti fondamentali: il materiale floreale deve essere disposto in modo da formare una serie di forme geometriche concentriche di grandezza digradante verso il centro della composizione, dove ciascuna serie è costituita dal medesimo tipo di fiori.

 

 

 

Pavé floreale

 

Pavé floreale

 

Pavé

Creare con i fiori: da hobby a professione

Creare con i fiori: da hobby a professione

Creare con i fiori: da hobby a professione

Per diventare fiorista occorre di più che un occasionale interesse per i fiori. Se quando vedete dei fiori o ne avete tra le mani siete spinti da un irresistibile impulso a manipolarli e abbinarli per creare composizioni, allora forse significa che il lavoro del fiorista è nel vostro DNA. Tuttavia trasformare questa passione in una professione redditizia ottenendo un successo economico comporta acquisire un mix di esperienza nel settore commerciale dei fiori, di pratica e di conoscenza nel trattare i fiori e una giusta attitudine a questa professione, nonché un notevole senso estetico. Non è necessario avere una formazione scolastica di studi relativa al settore, tuttavia ciò può essere di aiuto per sviluppare le necessarie abilità, conoscenze e competenze professionali.

E’ necessario anzitutto determinare se questa carriera è adatta alle vostre abilità, ai vostri interessi e alla vostra personalità. Se la seguenti attitudini vi sembrano appartenere, allora probabilmente siete adatti a questa professione:

  • avete un buon senso del design e molta creatività
  • avete un vivo interesse per l’arte floreale
  • avete buona abilità nei lavori manuali
  • avete interesse in un settore che offre la possibilità di lavoro autonomo
  • avete spirito di sacrificio e siete pronti ad aggiornarvi continuamente studiando, osservando e sperimentando
  • siete disposti ad imparare a destreggiarvi nel settore floreale sia sotto l’aspetto creativo sia sotto l’aspetto amministrativo, organizzativo e commerciale
  • avete buone capacità di comunicazione con il pubblico e savoir-fair nelle relazioni interpersonali
  • siete disposti a lavorare anche in giorni festivi, il sabato e la domenica e spesso con orali giornalieri che possono superare ampiamente le normali otto ore lavorative.

Se il profilo che abbiamo disegnato si adatta perfettamente alle vostre capacità e aspettative ma non sapete da dove iniziare, questa guida vi insegnerà tutto ciò che serve per avviarvi a questa professione

Ma di cosa deve occuparsi il fiorista? quali sono gli impegni quotidiani ricorrenti e di normale routine? Vediamo di tracciare un breve panorama preliminare che poi approfondiremo nei prossimi capitoli.

Il fiorista si occupa non solo di rivendere al dettaglio i fiori e le piante acquistati all’ingrosso – non è quindi un semplice “commerciante” – ma soprattutto di lavorare artigianalmente fiori freschi, essiccati o artificiali per creare composizioni floreali artistiche, dalle più semplici alle più complesse. Queste composizioni floreali potranno costituire un prodotto che il cliente acquista d’impulso perché ne è esteticamente attratto sia per fare un regalo ad altri sia per sé stesso, oppure saranno realizzate su commissione per un evento quale un matrimonio, un ricevimento, una cena aziendale, una laurea, una Comunione o Cresima, per festeggiare un compleanno, per un funerale o da collocare al cimitero e per molte altre possibili occasioni.

In sintesi, le occupazioni principali saranno:

  • vendere fiori, piante in vaso, composizioni floreali e articoli da regalo affini
  • creare composizioni floreali di vario genere per diverse occasioni
  • effettuare acquisti periodici di fiori e piante da esporre in negozio e programmare gli acquisti floreali per i lavori su ordinazione dei clienti
  • curare giornalmente i fiori recisi affinché rimangono freschi il più a lungo possibile e soddisfare le necessità idriche delle piante in vaso
  • allestire spesso la vetrina con nuovi e accattivanti esposizioni
  • servire i clienti e gestire gli eventuali ordini telefonici se affiliato a un programma di vendita online per consegne a domicilio
  • aiutare i clienti nella scelta degli acquisti consigliandoli al meglio per le loro esigenze
  • effettuare la contabilità ordinaria relativa all’aspetto finanziario e fiscale dell’attività
  • mantenere i contatti con altri professionisti con i quali intrattenga una eventuale collaborazione quali interior designer, wedding planner, event planner, ecc.

Creare con i fiori: da hobby a professione

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Lavoro dipendente o in proprio nel settore floreale

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Lavoro dipendente o in proprio nel settore floreale

 

Una volta acquisite le necessarie abilità e competenze di lavoro nel settore, quali sbocchi lavorativi esse offrono?


Lavoro dipendente

Iniziamo a vedere quali sono le probabilità di trovare un lavoro dipendente in questo settore venendo assunti da un’azienda.
In Italia la maggior parte delle aziende inerenti all’attività di fiorista sono ditte individuali a conduzione familiare. Ecco perché è più difficile trovare una occupazione presso queste ultime, dato che il lavoro viene svolto solitamente nell’ambito familiare. Solo nel caso in cui l’azienda abbia certe dimensioni avrà bisogno di personale qualificato da affiancare ai membri della famiglia. Tuttavia non è impossibile trovare impiego, magari part-time, presso qualche negozio che abbia bisogno di manodopera specializzata in determinati giorni della settimana e durante le festività più impegnative, o anche per l’allestimento di matrimoni o i servizi funebri.

Sarà tuttavia più probabile trovare un posto di lavoro presso qualche grande garden che abbia al suo interno anche l’angolo della fioreria, nel quale si vendono fiori recisi e si realizzano composizioni floreali. Infatti i garden, specialmente se di grandi dimensioni, necessitano di personale da destinare ai vari tipi di attività, quali gli addetti alla manutenzione e alla vendita  delle piante da interni e da esterni, delle piante da orto e da giardino, i reparti di vendita di oggettistica, il reparto relativo alla vendita di attrezzi da lavoro o di animali da compagnia (se il garden ne è dotato), ecc.

Un’altra possibilità di impiego a tempo pieno può essere presso un’agenzia di pompe funebri che abbia necessità di un fiorista specializzato al proprio interno che si dedichi esclusivamente all’arte floreale funebre.

Lavoro in proprio

Per quanto riguarda invece la possibilità di lavoro in proprio, vi sono diverse prospettive. Le più semplici dal punto di vista dell’impegno economico sono quelle di richiedere una licenza di venditore ambulante o di aprire un chiosco. Un maggiore impegno economico è invece richiesto per aprire un corner all’interno di un centro commerciale o un vero e proprio negozio.

Un’altra soluzione, che richiede però un notevole investimento di capitale, è quella di aprire un garden, più o meno grande.

Vi sono però anche altre possibilità, ad esempio specializzarsi negli allestimenti floreali per eventi, collaborando con event planner o wedding planner in qualità di free-lancer. Tuttavia questa applicazione dell’arte floreale comporta una notevole preparazione, esperienza e particolari doti artistiche: insomma una evoluzione da semplice fiorista a floral designer. Ma di ciò parleremo in un articolo appositamente dedicato.

Lavoro dipendente o in proprio nel settore floreale

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Quanto lavora un fiorista e quanto guadagna?

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Quanto lavora un fiorista e quanto guadagna?

 

Quanto lavora un fiorista?

Certamente il lavoro del fiorista è una occupazione a tempo pieno. Se consideriamo un’attività in proprio, il tempo dedicato alla cura del negozio e alla preparazione e consegna delle varie commissioni ordinate dai clienti, la giornata lavorativa spesso andrà ben oltre le otto ore classiche di un impiegato. Non solo, per il fiorista non esistono giorni festivi di riposo prestabiliti: anzi, proprio nei giorni festivi il fiorista sarà maggiormente occupato rispetto agli altri lavoratori.

Le attività di routine consistono nell’acquisto dei fiori recisi e delle piante in vaso. Dopo l’acquisto, i fiori recisi andranno puliti e preparati per la vendita e mantenuti cambiando periodicamente l’acqua nonché curandone l’aspetto esteriore. Invece le piante in vaso andranno giornalmente curate per soddisfare le loro necessità idriche e per controllarne lo stato di salute. Ci sarà poi il servizio dei clienti che comporta anche talora le consegne a domicilio. Il sabato e la domenica mattina il fiorista dovrà garantire l’apertura del negozio poiché sono i giorni in cui più probabilmente i clienti lo frequenteranno: sia per gli acquisti, sia per portare i fiori al cimitero, sia per chiedere eventuali preventivi per eventi quali comunioni, cresime, matrimoni, feste di laurea o di compleanno.

Vi sono inoltre festività tradizionali che comportano per il fiorista un notevole impegno di lavoro. Queste sono: San Valentino, la Festa della donna, la Pasqua, la Festa della mamma, il giorno di Commemorazione dei defunti, il Natale. Queste festività non solo comportano l’apertura giornaliera dell’attività, ma anche una notevole preparazione dei materiali da vendere: sia che si tratti di fiori recisi o di piante in vaso, sia che si tratti di composizioni floreali, spesso realizzate su ordinazione. In queste particolari occasioni il fiorista dovrà dedicare un orario di lavoro giornaliero ben superiore alle tradizionali otto ore: infatti, in base alla popolarità che egli ha nella sua zona di vendita, vi sono casi in cui dovrà lavorare anche nelle ore notturne per soddisfare le richieste dei clienti. Nei paesi di provincia, più che nelle grandi città, sono inoltre molto avvertiti come ricorrenze anche i compleanni e gli onomastici, che saranno quindi un’occasione di lavoro in più. Anche il culto dei morti, nei paesi di provincia è molto più avvertito, e quindi la cura delle tombe con mazzi di fiori e le manutenzioni cimiteriali costituiranno una richiesta frequente.

Un discorso particolare va fatto poi per la preparazione di eventi specifici come quelli sopra menzionati. Vi sono eventi che possono essere programmati per tempo, come ad esempio i matrimoni, i quali richiederanno un particolare impegno in ore di lavoro. Ma vi sono anche eventi, come il lutto e la conseguente preparazione dei fiori per un funerale, che non possono essere programmati e che bisogna affrontare in un lasso di tempo molto breve. In particolare le composizioni per un funerale vengono sempre ordinate dai clienti con un anticipo brevissimo, spesso anche di sola mezza giornata o poche ore, e quindi viene richiesta al fiorista la capacità di approntarle in tempi molto stretti. Soprattutto lavorando in collaborazione con una agenzia di pompe funebri la realizzazione delle composizioni funerarie richiederà un notevole impegno e probabilmente l’impiego di più persone che lavorino contemporaneamente se la richiesta delle composizioni è numericamente elevata.

In ogni caso quando si tratta di allestimenti per eventi importanti, bisognerà tenere conto che ci sarà molto tempo da dedicare alle trasferte per consegnare o allestire le composizioni floreali a destinazione del cliente, e quindi occorrerà preventivare anche dei periodi di chiusura del negozio o la presenza di un collaboratore che ne possa garantire l’apertura.

Quanto guadagna un fiorista?

Abbiamo parlato dell’impegno lavorativo del fiorista, vediamo ora quali considerazioni si possono fare sulla redditività di questo lavoro.

È impossibile quantificare esattamente in denaro un possibile guadagno, anche perché ciò dipende dal tipo di attività dell’azienda: molto diverso sarà il reddito di un fiorista ambulante da quello di un grande garden. Tuttavia, benché i fiori e le piante siano un genere commerciale voluttuario e non di prima necessità, essi costituiscono un oggetto di regalo e una merce impiegati in moltissime occasioni da lunga tradizione. Quindi possiamo dire che, se il fiorista avrà sufficienti doti personali sia di creatività sia nel modo di trattare i clienti, vi sono buone probabilità per questa attività di avere successo. Come vedremo in alcuni articoli dedicati, l’ubicazione locale dell’attività è uno dei fattori fondamentali per determinarne il successo commerciale e la visibilità al pubblico.

Per concludere, non potendo per gli ovvi motivi suddetti quantificare in termini monetari quale può essere esattamente il guadagno in questa attività, possiamo però quantificarlo in termini percentuali: il guadagno netto si aggira all’incirca intorno al 30-35% del fatturato.

 

Quanto lavora un fiorista e quanto guadagna?

 

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Capitolo seguente > Lavorare con i fiori

Fioraio, fiorista, floricoltore e vivaista

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Fioraio, fiorista, floricoltore e vivaista

Fioraio o fiorista?

Facendo un’indagine nella storia della lingua italiana si può rilevare che i suffissi -aio e -ista sono utilizzati per formare i nomi di mestiere, ma nell’italiano contemporaneo il termine “fiorista” ha largamente superato quello di “fioraio”, quanto a produttività e diffusione; il termine “fioraio” resta comunque più usato in Toscana e soprattutto a Firenze. Bisogna anche notara che i derivati in -aio indicano i mestieri “pretecnologici”, mentre quelli in -ista le nuove professioni.
Nella lingua italiana dunque i due termini sono utilizzati spesso come sinonimi: tuttavia si potrebbe fare una sottile distinzione.
Il termine “fiorista” spesso viene utilizzato per indicare una professione più che una semplice attività commerciale di rivendita. Quindi il termine “fiorista” sembrerebbe avere in sé una accezione qualitativa che allude a delle capacità tecniche compositive per creare arrangiamenti floreali. Oggigiorno quindi, in un’epoca di specializzazioni professionali, si tende a differenziare le due figure: il “fioraio” è chi rivende fiori e piante senza applicare ai prodotti particolari lavorazioni creative mentre il “fiorista” è anche un professionista del fiore che crea composizioni floreali oltre a rivendere il semplice prodotto.
Tuttavia, ripetiamo, nell’uso comune i due termini sono spesso usati in modo indifferenziato anche dal punto di vista delle capacità professionali di chi se li attribuisce, con buona pace per tutti!

 

 

Fioraio, fiorista, floricoltore e vivaista

Fioraio, fiorista, floricoltore e vivaista

Floricoltore e vivaista

E’ definito “florovivaista” chi è impiegato in quel settore dell’attività agricola al quale appartengono i produttori di fiori da recidere e di fogliami ornamentali, di bulbi e di piante (in vaso per interni, da balcone e da esterno), ivi incluse le frutticole, le orticole e le forestali.

Vi è però una distinzione fra l’attività di floricoltore (o coltivatore i fiori) e quella di vivaista (orientata alla produzione di piante). È inoltre importante sottolineare che si parla di attività agricola florovivaistica unicamente se i prodotti sono piantati e coltivati dall’imprenditore. Se altrimenti i fiori e le piante sono acquistati all’ingrosso, da aziende produttrici, e sono poi rivenduti al cliente finale, allora si tratta di attività commerciale. Inoltre bisogna tenere conto che l’attività di produzione di prodotti florovivaistici, per rimanere classificata come attività agricola, deve in ogni caso essere prevalente rispetto all’attività commerciale.

Fioraio, fiorista, floricoltore e vivaista

Capitolo precedente < Introduzione alla professione di fiorista

Come diventare floral designer

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Come diventare floral designer

Chi è il floral designer?

Fino a pochi anni fa, in Italia il termine “floral designer” non era molto noto mentre recentemente va gradualmente divenendo di comune dominio grazie alla diffusione fatta dai massmedia (stampa, internet, televisione). Ma cosa differenzia il “fioraio” o “fiorista” che dir si voglia dal “floral designer” (o “flower designer”)? Poiché la formazione professionale di tali figure, per quanto riguarda l’Italia, non è soggetta a una normativa di legge e ad un preciso curriculum di studi emanati dallo Stato, per definirle possiamo solo attenerci a una distinzione basata sulle competenze, sulle conoscenze e soprattutto sulle capacità personali: insomma non esiste un’investitura istituzionale che attribuisca ad una persona il titolo di “fiorista” piuttosto che di “floral designer” come invece esiste nel caso di “ingegnere”, “architetto”, ecc.
Possiamo dire che il “floral designer” rispetto al tradizionale “fiorista” è una specie di “stilista del fiore” avendo una visione più ampia dell’utilizzo e delle possibilità di lavorazione dei fiori applicata a una valutazione artistica dell’ambiente nel quale le composizioni vanno inserite: ciò comporta una costante attenzione ai trend della moda e conoscenze approfondite di storia dell’arte, di estetica e delle tecniche di lavorazione dei fiori nonché la capacità di creare scenografie floreali anche di grandi dimensioni utilizzando non solo i fiori ma anche materiali complementari diversi (arredamenti, tessuti, candele, oggettistica varia, ecc.).
Volendo trarre delle conclusioni, la designazione di “floral designer” è un attributo che si fonda più sul valore personale e sul conclamato riconoscimento popolare che non un’investitura ufficiale assegnata dalle nostre istituzioni.

Wedding floral designer: artista floreale dei matrimoni

Una ulteriore specializzazione nel campo è costituita dalla figura professionale del “wedding floral designer”. Questi è un floral designer che si occupa specificamente degli allestimenti floreali per le nozze attraverso un’approfondita conoscenza del settore e che spesso lavora al fianco di un wedding planner per curare nei minimi dettagli tutto l’aspetto estetico dell’evento. Saranno di sua competenza gli allestimenti floreali che andranno realizzati per accompagnare gli sposi in tutti i momenti dell’evento: la creazione del bouquet della sposa e delle damigelle, i corsage femminili e le bottoniere maschili, il portafedi, il decoro della macchina o della carrozza,  l’addobbo della location dove avverrà la celebrazione delle nozze, gli allestimenti per il buffet e il pranzo del ricevimento, quelli per il taglio della torta nuziale e per la confettata, ecc.

La chiave del successo

Naturalmente la figura professionale del floral designer così come quella del wedding floral designer può essere una evoluzione successiva a quella del fiorista. Sicuramente prima di essere floral designer bisogna essere bravi fioristi. Solo le doti personali, l’attitudine ad osservare e sperimentare, la capacità di innovare e la volontà di un continuo perfezionamento e studio nel campo dell’arte floreale, nonché altre doti personali come saper pianificare, organizzare e lavorare in un team sono indispensabili per trasformare il fiorista in floral designer. Ma la chiave del successo sarà indiscutibilmente la capacità estetica di proporsi al pubblico come un creativo dall’impronta personale e unica, che lo distingue da tutti gli altri floral designer per il proprio stile: come avviene in tutte le arti!

Come diventare floral designer

Come diventare floral designer

Requisiti professionali e formazione del fiorista

Requisiti professionali e formazione del fiorista

Requisiti professionali e formazione del fiorista

 

Affacciarsi commercialmente sul mercato floreale richiede oggi, ancor più di ieri, una solida preparazione nel settore.
Con l’avvento dei media e della comunicazione di massa il pubblico, fatto di possibili clienti, si è ampliato enormemente e con esso anche l’informazione che lo raggiunge attraverso diversi e sempre più rapidi canali: stampa cartacea, programmi televisivi e soprattutto internet che si è sviluppato a ritmi vertiginosi anche tramite i social network.

Il fiorista non è un semplice commerciante rivenditore di fiori, anche se la legge italiana lo considera attualmente come tale e quindi non richiede nessuna particolare formazione professionale – se non dei semplici adempimenti burocratici – per consentirgli di esercitare la sua attività lavorativa.
Il vero fiorista è in realtà un “artista del fiore”, un sapiente artigiano che crea le sue piccole e grandi opere d’arte in base alle sue conoscenze, allo studio, alla sperimentazione, alle attitudini e al genio. Improvvisarsi o affidarsi alla fortuna possono essere scelte rischiose se non addirittura fallimentari.

Requisiti professionali e formazione del fiorista

Come detto sopra, oggigiorno il pubblico dei potenziali clienti ha strumenti di informazione e comparazione molto più rapidi ed efficaci rispetto al passato ed è quindi in grado di valutare sempre meglio la qualità dei prodotti offerti. Se è pur vero che l’attività commerciale del fiorista è percentualmente molto legata a una clientela e ad un bacino d’utenza nel raggio di pochi chilometri dalla sua ubicazione locale, è anche vero che la sua immagine può essere rappresentata attraverso potenti strumenti di visibilità a distanza quali il sito internet e la pagina sui social network e quindi confrontata con quella dei suoi “concorrenti”. Per non parlare della vendita di prodotti online e delle trasmissioni floreali attraverso servizi che possono coprire addirittura tutto il territorio nazionale.

Tutto questo discorso ci porta a ribadire il concetto iniziale: la necessità di una seria preparazione tecnica.

Requisiti professionali e formazione del fiorista

Il grande pubblico e chi non si è mai accostato approfonditamente al settore dell’arte floreale non immagina lontanamente quanto tale attività richieda uno studio teorico e una pratica che dalla conoscenza del mondo dei fiori (che è solo il fondamento) si dirama come una rete attraverso varie discipline come l’architettura, la pittura, la scultura e le altre arti, per non parlare degli ambiti della moda, dell’interior design e di altri settori creativi. Il cammino del fiorista è infinito e ciascuno può decidere quanta strada percorrere.

Da tutto questo la necessità di frequentare preliminarmente una scuola professionale che possa trasmettere le indispensabili conoscenze teorico-pratiche per costruire le basi di una formazione che poi continuerà nel tempo attraverso altri strumenti conoscitivi (di cui parleremo in un prossimo articolo).

Requisiti professionali e formazione del fiorista

Professione fiorista: come aggiornarsi dopo la scuola

Professione fiorista: come aggiornarsi dopo la scuola

Professione fiorista: come aggiornarsi dopo la scuola

E una volta frequentato un buon corso di tecnica di base? Quali sono gli strumenti per aggiornarsi?

Abbiamo detto, nel precedente articolo, che la strada imboccata per diventare fioristi è un cammino che non ha fine: si può progredire fin dove si vuole, basta averne la volontà e l’interesse.

Certo è indispensabile non fermarsi a quanto si è imparato all’inizio. Anzitutto è fondamentale ripassare, dal punto di vista teorico, ed esercitarsi, dal punto di vista pratico, su quanto imparato nel corso di tecnica di base. Le nozioni e le tecniche si dimenticano presto se l’esercizio costante non le rinfresca di continuo. Occorre comunque ricordarsi un principio fondamentale: se quando si esegue un lavoro floreale non si è pienamente soddisfatti del risultato significa che è stato commesso qualche errore, che è possibile correggere rivedendo con cura e precisione quanto si è studiato durante la frequenza della scuola. Non bisogna mai accontentarsi dell’approssimazione finché non si ottiene il risultato voluto! Diciamo che in questo campo non c’è spazio per il “quasi perfetto” ma solo per il “ mi soddisfa in pieno”.

Se il risultato ci soddisfa in pieno è molto probabile che soddisferà anche i nostri clienti.

In Italia, purtroppo, non c’è una conoscenza da parte del grande pubblico di ciò che si può arrivare a fare con i fiori, e i media poco si occupano di questo settore per illustrarne gli sviluppi e i traguardi. La conseguenza è una scarsa educazione e sensibilizzazione del pubblico al riguardo. Mentre sono assai diffusi periodici e riviste soprattutto cartacei dedicati al giardinaggio, che si trovano facilmente in edicola (per non parlare di quanto si trova sul web!), non esistono in lingua italiana pubblicazioni editoriali, manuali o riviste periodiche a cui il grande pubblico possa accedere per farsi una seria cultura sull’arte floreale o istruirsi sulle basi tecniche del floral arranging (come si dice in lingua inglese).

Quindi bisogna rivolgersi alle pubblicazioni in lingua straniera, soprattutto in lingua inglese (che è la lingua più studiata, più diffusa e più usata), generalmente provenienti dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Germania, dal Belgio e dall’Olanda. Cercando in internet (per fortuna!) se ne trovano anche di eccellenti.

Un’altra fonte d’informazione e di aggiornamento è proprio internet, soprattutto attraverso i social come Facebook: iscriversi a dei gruppi dedicati all’arte floreale è certamente utilissimo per vedere i lavori degli altri e scambiare opinioni, ma anche qui è necessario dialogare in lingua inglese se si vuole comprendere ed essere compresi dal Mondo! La maggior parte dei gruppi dove l’arte floreale è frequentata ad alto livello professionale sono stranieri.

Rimangono ancora almeno altre due fonti di informazione e formazione: ritornare sui banchi di scuola (back to school) con la frequenza di corsi specializzanti, master e monografici presso una scuola professionale, e partecipare a dimostrazioni e gare floreali (anche come semplici spettatori) che consentono di elevare il livello della propria esperienza e conoscenza osservando dal vivo il lavoro di grandi professionisti spesso internazionali. C’è però da dire che non è facile essere informati sulle dimostrazioni e competizioni floreali poiché tali notizie circolano strettamente all’interno della cerchia degli “addetti ai lavori” e delle organizzazioni di categoria, che non ne fanno sufficiente propaganda per informarne il grande pubblico. Anche in internet è assai più facile venire a conoscenza di manifestazioni e workshop legati al giardinaggio e al florovivaismo (che si ripetono numerose anche con grande frequenza periodica) che non a gare o dimostrazioni di composizione floreale.

Professione fiorista: come aggiornarsi dopo la scuola

Professione fiorista: come aggiornarsi dopo la scuola

Professione fiorista: come aggiornarsi dopo la scuola

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

Marketing per un negozio di fiorista

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

Abbiamo detto finora che i lavori creati dal fiorista devono sempre avere un’impronta artistica e osservare determinate regole dell’arte floreale. Tuttavia non bisogna dimenticare che la professione del fiorista è anche un’attività lavorativa dalla quale è necessario ricavare dei guadagni per vivere, e quindi soggetta a delle regole di mercato.
Prima di realizzare qualcosa che è destinato alla vendita in negozio bisogna sempre chiedersi se il lavoro floreale che stiamo per creare potrà essere acquistato dal cliente, se incontrerà i suoi gusti, se verrà facilmente comperato: il fiorista non lavora solo per se stesso ma per un mercato di potenziali acquirenti. Sarebbe inutile produrre qualcosa che, pur bellissimo, rischierebbe di rimanere invenduto nella vetrina e destinato a sfiorire per essere poi eliminato nella spazzatura.

Ognuno conosce i gusti della sua potenziale clientela, soprattutto di quella abituale, senza trascurare con ciò la possibilità di acquisto di clienti avventizi, che magari per caso passano dinanzi alla vetrina del negozio.
Soprattutto oggigiorno, in tempi di crisi economica ed essendo consapevoli che il fiore appartiene a quella categoria di merci voluttuarie e ai beni che non si considerano di prima necessità, è importante considerare con un occhio particolarmente attento che il valore economico del prodotto possa soddisfare anche le tasche dei clienti meno abbienti. Quindi, accanto a composizioni floreali di un certo costo è sempre bene esporre un gran numero di prodotti accessibili alla maggior parte delle “tasche”.

Se trovate un’idea compositiva attraente ed economicamente valida, è sempre opportuno realizzarla in diversi colori e in diverse dimensioni così da poter soddisfare i gusti e le richieste di un maggior ventaglio di clienti.
Un’ottima strategia di vendita è quella di creare piccole composizioni floreali e bouquet per il cosiddetto “acquisto d’impulso”* da esporre in bella mostra in vetrina o all’esterno del negozio. E’ una strategia spesso messa in atto dai franchising, solitamente attenti a studiare e seguire le mode e i comportamenti della potenziale clientela.

E’ nostra opinione che un occhio di riguardo all’aspetto commerciale dell’arte floreale sia necessario da parte di chi insegna, durante la formazione scolastica del fiorista, per trasmettere anche le necessarie cognizioni volte al risparmio e all’utilizzo dei fiori finalizzato all’ottenimento del massimo rendimento con il minor impiego di materiali.

Dopo aver detto tutto ciò, spezziamo una lancia a favore della creatività fine a se stessa, che naturalmente non è di secondaria importanza ma va anch’essa strategicamente pianificata per ottenere anche un beneficio commerciale di “valore aggiunto” e di più lungimirante portata.
Volendo creare un lavoro floreale che ci sta a cuore ma che rimarrebbe probabilmente invenduto per vari motivi (complessità dell’elaborazione, costo eccessivo in rapporto soprattutto al tempo richiesto per realizzarlo, divergenza dai cliché ai quali è abituata la propria clientela, ecc.) sarebbe opportuno realizzarlo in funzione di un fine premeditato, come ad esempio mostrare al pubblico cosa può essere fatto con i fiori, proporre un soggetto nuovo per “educare” la clientela a nuovi gusti introducendo nuove idee compositive, creare un pezzo unico in vetrina che sia un “motivo di interesse” proprio per accendere quello che in lingua inglese si chiama il “visual interest” dell’osservatore, per catturarne l’attenzione con qualcosa di insolito e di attraente che prima non era abituato a vedere: chissà quale reazione potrebbe suscitare?

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

*L’acquisto d’impulso è un acquisto non programmato, ovvero effettuato in funzione di uno stimolo improvviso che non tiene conto della convenienza e dell’utilità. La terminologia correlata prevede espressioni come impulse goods (beni di impulso), impulse buyer (persona che compra casualmente un prodotto appena lo vede, senza averne programmato l’acquisto), impulse sales (vendite provocate da acquisti d’impulso). (da Wikipedia)

 

Diventare imprenditore nei fiori: ne hai la stoffa?

Diventare imprenditore nei fiori: ne hai la stoffa?

Diventare imprenditore nei fiori: ne hai la stoffa?

 

Per diventare imprenditore nel settore dei fiori occorre possedere e/o acquisire dei requisiti che analizzeremo di seguito. Interrogarsi su questi requisiti per valutare se si possiedono o si è in grado di acquisirli è fondamentale prima di intraprendere un’attività imprenditoriale. Autovalutarsi aiuta a conoscersi meglio e quindi a migliorare se stessi; identificare i propri eventuali “punti deboli” è positivo e diremmo essenziale: nessuno nasce “imparato” e le proprie carenze possono essere colmate per giungere ad avere successo.

Ma vediamo ora in dettaglio quali sono i requisiti fondamentali.

Passione: chi intraprende un’attività per propria scelta deve essere spinto da una grande passione per il proprio lavoro e non solo dalla prospettiva di guadagno. E’ ovvio che un’attività economica abbia come movente necessariamente l’obiettivo del guadagno, ma questo non può essere sufficiente per raggiungere il successo. Nei “tempi duri” e in momenti di crisi economica in mancanza della passione sarebbe ancora più difficile portare avanti l’attività; per questo motivo l’appagamento sotto l’aspetto professionale è una componente irrinunciabile.

Ambizione: l’ambizione a migliorare e la volontà di crescere, di sviluppare l’attività e di raggiungere sempre nuovi traguardi, di essere sempre più “bravo” devono essere degli obiettivi necessari.

Dedizione e determinazione: come abbiamo detto in un precedente articolo, non esistono orari predeterminati e fissi di lavoro in un’attività in proprio. L’impegno e il tempo da dedicare devono essere continui, nei limiti della ragionevolezza. Tuttavia sarà ben diverso dall’avere giorni e orari fissi di lavoro come per un lavoratore dipendente.

Intraprendenza: non si può “sedersi sugli allori” solo per il fatto che al momento ci sia un trend positivo; lo spirito di intraprendenza è fondamentale per chi desidera raggiungere determinati obbiettivi.

Capacità di trattare con il pubblico: saper “trattare con le persone” (clienti, fornitori, dipendenti, ecc.) è indispensabile per gestire al meglio i rapporti con tutti questi soggetti, anche per essere in grado di affrontare eventuali conflitti e diversità nei rapporti con gli altri.

Equilibrio: saper aspettare per verificare i risultati dei propri sforzi senza esaltarsi per i successi o deprimersi per gli insuccessi. I risultati non sempre sono immediati, anzi spesso occorre costanza e tenacia per ottenerli. Se la capacità di pazientare si accompagna con la capacità di analizzare le situazioni, allora si avrà una formula vincente: intuire in tempo come si evolvono gli eventi per anticipare un cambiamento di “rotta”, per dirigersi dove “tira il vento”, verso dove si evolve il mercato.

Non temere il rischio: un’attività imprenditoriale in proprio non è mai esente dal rischio e perciò è necessaria la capacità di decidere anche in situazioni incerte quale sia la strada migliore da prendere.

Motivare i collaboratori: motivare i dipendenti e i collaboratori (nel caso se ne abbiamo) facendoli sentire indispensabili per il successo dell’azienda è importantissimo. Avere un contatto e un confronto diretto con i dipendenti, facendoli partecipi della vita dell’azienda sarà una delle chiavi del successo. Tre sono le modalità per ottenere questo risultato:

1. energizing (energizzare): essere capaci di comunicare entusiasmo, anche nei momenti di crisi;

2. envisioning (creare il futuro): comunicare e condividere un progetto aziendale che si vuole attuare (vision);

3. enabling (attivare): dare fiducia al personale, affinché dia il massimo.

Creatività e apertura mentale: flessibilità e versatilità, capacità di adeguarsi rapidamente ai mutamenti del mercato considerandoli non in senso negativo ma come stimolo ai cambiamenti e alla crescita. Cratività e concretezza sono doti con le quali si possono affrontare e risolvere i problemi e le situazioni nuove senza ostinarsi a seguire logiche tradizionali e consolidate, se non più efficaci. Saper mettere in discussione anche le scelte già fatte, se non danno i risultati che si desideravano.

Ottimismo e autocritica: pensare “positivo”, essere ottimista (considerare le difficoltà come un mezzo per migliorarsi, una sfida da vincere) e valutare razionalmente tutte le situazioni sempre nell’ottica del miglioramento.

La sinergia di tutte queste componenti fondamentali fa di un imprenditore un “impreditore di successo”. Chiedersi se le si possiede o se si è determinati a possederle significa “partire con il piede giusto”.

Diventare imprenditore nei fiori: ne hai la stoffa?

 

Diventare imprenditore nei fiori: ne hai la stoffa?

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