Aprire un negozio di fiori: quale forma giuridica scegliere?

Aprire un negozio di fiori: quale forma giuridica scegliere?

Aprire un negozio di fiori: quale forma giuridica scegliere?


Scegliere tra impresa individuale o società

Nel caso del lavoro in proprio, la prima decisione da prendere è la scelta tra due opzioni:
– operare da solo costituendo di solito un’impresa individuale;
– costituire un’impresa con altre persone, ossia una società.
Prendere la giusta decisione iniziale è fondamentale. Anche se cambiare veste giuridica è sempre possibile in seguito, il cambiamento risulterebbe costoso e non privo di problemi. Solitamente nel caso di piccole realtà imprenditoriali in fase di startup si ricorre alla forma giuridica della ditta individuale. Invece se l’attività richiedesse una certa organizzazione, diverse competenze, elevati investimenti, e volendo ripartire i rischi, la società è la forma più adeguata. Tuttavia occorre valutare il fatto che, in caso di scioglimento della società per vari motivi o di cambiamento di forma giuridica, le spese da affrontare e la burocrazia sono notevolmente costose e complicate.
La forma giuridica più adatta deve essere comunque valutata considerando anche, tra l’altro, il volume d’affari e la tassazione (che sarà diversa in base al tipo di forma giuridica scelta).

Consideriamo di seguito le diverse forme giuridiche più consuete per l’apertura di un’attività imprenditoriale nei fiori.

Impresa individuale

La forma giuridica più semplice è quella dell’impresa individuale, che fa capo a un unico titolare il quale ne è anche l’unico responsabile avendone il potere gestionale, direttivo e decisionale. Il titolare è responsabile verso i terzi con tutto il suo patrimonio presente e futuro (ha cioè una responsabilità illimitata, quindi il rischio di impresa si estende a tutto il patrimonio, anche personale, dell’imprenditore).

L’impresa individuale presenta i seguenti vantaggi:

  • le decisioni vengono prese dall’unico titolare, che detiene il completo controllo dell’impresa;
  • minori costi (anche di avviamento) e minori oneri amministrativi e contabili;
  • possibilità di godere di regimi fiscali agevolati.

Eventuali svantaggi possono essere:

  • la responsabilità illimitata;
  • l’impossibilità di confronto con altri collaboratori o soci e perciò un maggior rischio di commettere errori;
  • minori possibilità di accesso al credito, per via delle limitate dimensioni dell’impresa.

L’impresa individuale prevede anche la possibilità di collaborazione dei familiari dell’imprenditore e in tal caso prende il nome di impresa familiare.

Impresa familiare

L’impresa familiare è anch’essa un’impresa individuale nella quale però collaborano uno o più familiari dell’imprenditore (parenti entro il 3° grado e/o affini entro il 2° grado). Costoro prestano in modo continuativo la loro attività senza avere un contratto di lavoro con l’imprenditore. I familiari sono collaboratori non saltuari ed hanno diritto a partecipare agli utili dell’impresa (ma non alle perdite) in proporzione al lavoro prestato (spetta loro al massimo il 49% dell’utile, mentre al titolare spetta almeno il 51%), a una quota dei beni acquistati con gli utili reinvestiti e a una quota degli incrementi di valore dell’azienda. L’impresa familiare deve essere costituita per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, in essa spettano al titolare le decisioni di ordinaria amministrazione, mentre quelle di straordinaria amministrazione e quelle sull’impiego degli utili e degli incrementi spettano alla maggioranza dei familiari che collaborano nell’impresa.

L’impresa familiare offre i seguenti vantaggi:

  • una gestione semplice dal punto di vista burocratico e amministrativo;
  • rapidità decisionale, previo il parere dei familiari;
  • minor tassazione per via dell’abbattimento degli scaglioni contributivi Irpef, in conseguenza al riparto degli utili fra i vari componenti dell’impresa.

L’unico svantaggio si ha in caso di fallimento, poiché, avendo il titolare una responsabilità illimitata, è l’unico a rispondere dei debiti con il proprio patrimonio.

Società

Si ha un contratto di società quando “due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili” (art. 2247 del Codice Civile). Con questa formula, i soci hanno come obiettivo comune di conseguire degli utili attraverso l’attività economica svolta.
Ogni individuo acquisisce la posizione di socio con il diritto di partecipare, secondo la sua quota, ai risultati (positivi o negativi) dell’attività e di partecipare all’amministrazione della società.

Si possono avere due tipi di società: società di persone e società di capitali. Solitamente, per un’attività nei fiori che non richieda capitali elevati, la formula più usuale è quella della società di persone, e perciò tratteremo di seguito unicamente questo tipo.

Per costituire una società di persone è necessaria una scrittura privata autenticata o un atto pubblico, dove si indicano: ragione sociale, nome e quote dei soci, oggetto e sede della società. Tutti i soci (tranne i soci accomandanti delle Sas) sono amministratori della società e solitamente partecipano in modo diretto nell’attività dell’impresa.

Le società di persone adatte a un’attività imprenditoriale nei fiori si distinguono in:

Società in nome collettivo (Snc). Tutti i soci rispondono illimitatamente e in solido con il proprio patrimonio personale, presente e futuro, dei debiti contratti dalla società. Questo tipo di società si costituisce solitamente fra persone legate da vincoli di reciproca fiducia. La ragione sociale è costituita sotto il nome di almeno uno dei soci con l’indicazione del rapporto sociale. Per una Snc è richiesta la forma scritta o tramite scrittura privata autenticata dal notaio o tramite atto pubblico.

Società in accomandita semplice (Sas). Prevede due tipi di soci: gli accomandatari, che partecipano alla gestione sociale e rispondono in solido e illimitatamente per i debiti della società (come accade per i soci di una Snc), e gli accomandanti, che sono esclusi dai poteri amministrativi e rispondono solo per la quota da loro apportata. La ragione sociale è costituita sotto il nome di almeno uno dei soci accomandatari con l’indicazione del rapporto sociale.

 

 

Aprire un negozio di fiori: quale forma giuridica scegliere?

Aprire un negozio di fiori: quale forma giuridica scegliere?

Aprire un negozio di fiori: quale forma giuridica scegliere?

Aprire un negozio di fiori: quale forma giuridica scegliere?

Vendita ambulante di fiori piante bulbi semi e fertilizzanti

Vendita ambulante di fiori piante bulbi semi e fertilizzanti

Vendita ambulante di fiori piante bulbi semi e fertilizzanti

Aprire un chiosco ambulante di fiori può essere una valida soluzione, magari temporanea, per introdursi nell’attività commerciale di fiorista, riducendo inizialmente in modo notevole i costi di gestione legati all’apertura di una sede permanente ed evitando una serie di problemi ad essa connessi.
Aprire un punto vendita mobile può offrire numerosi vantaggi, ma è fondamentale seguire le debite procedure burocratiche per non incorrere in sanzioni amministrative e contestualmente saper scegliere il luogo adeguato alle vendite, valorizzare abilmente il proprio brand con le opportune strategie di marketing e scegliere gli strumenti più idonei alle esigenze del negozio mobile, senza gravosi investimenti iniziali.

Adempimenti burocratici e fiscali per aprire un chiosco ambulante di fiori

Aprire un punto vendita ambulante per la vendita di fiori, piante, bulbi, sementi e fertilizzanti (tali sono i prodotti inclusi in questa classe di commercio ambulante) può rappresentare un’ottima scelta lavorativa senza la necessità di dover investire grosse risorse economiche. Infatti l’investimento iniziale oscilla fra i 10.000 e i 12.000 euro e si può scegliere tra due forme giuridiche e denominazioni sociali per questo tipo di commercio: la ditta individuale o la società di più persone.

E’ però fondamentale ottenere preventivamente una licenza di esercizio, richiedendo l’autorizzazione ai Comuni nei quali si vuole esercitare l’attività.
Quando si richiede la licenza bisogna valutare anche l’opportunità di potersi spostare di luogo in luogo poiché, in tal caso, bisogna richiedere la
licenza itinerante, cioè un permesso che autorizzi a spostarsi sul territorio e che esclude la concessione di posteggio, ossia la possibilità di effettuare uno stazionamento superiore a due ore consecutive nello stesso luogo.
In seguito bisognerà attrezzarsi opportunamente (con mezzo di trasporto adeguato e strutture) per avviare l’attività di vendita ambulante così da poterla esercitare in modo agevole ed efficace. A tal proposito è possibile anche usufruire di finanziamenti
europei messi a disposizione dei giovani imprenditori.
Poiché le concessioni di licenza possono essere diverse da Comune a Comune, occorre necessariamente informarsi agli uffici comunali del territorio nel quale si vuole aprire l’attività ambulante per essere certi di rispettare le normative prescritte.
Il “Commercio Ambulante” o “Commercio su Aree Pubbliche” prevede due diversi tipi di
licenze di vendita, che si distinguono secondo le caratteristiche da associare al negozio mobile.

  1. TIPO A, prevede l’uso di posteggio in un’area di mercato e viene rilasciata su richiesta nel Comune in cui sono disponibili dei posti, contemporaneamente al contratto di concessione decennale del posteggio medesimo e consente la vendita in forma itinerante nell’ambito di tutta la Regione in cui viene rilasciata e la partecipazione alle Fiere in tutto il territorio nazionale.
  2. TIPO B, viene rilasciata su richiesta con lettera raccomandata, dal Comune di residenza e consente:
    – il Commercio in forma itinerante in tutto il territorio nazionale italiano;
    – il Commercio nelle Fiere;
    – il Commercio nei mercati, limitatamente ai posteggi non assegnati o provvisoriamente non occupati per assenza dei titolari.

Per la vendita di prodotti “NON ALIMENTARI” (come sono i fiori) è sufficiente inoltrare la domanda al Comune, senza avere requisiti professionali in merito. Una volta che la licenza è rilasciata dal Comune il venditore dovrà iscriversi alla Camera di Commercio ed aprire una partita Iva, iscriversi all’INPS per versare i contribuiti e l’assistenza sanitaria e all’INAIL per ottenere assistenza agli infortuni.

Come scegliere la postazione adatta al punto vendita mobile e affermare il proprio brand

Perché il ritorno economico di un chiosco ambulante sia soddisfacente fin dalla fase iniziale dell’avviamento, è fondamentale saper ridurre i costi gestionali senza rinunciare alla qualità dei prodotti.
Saper formulare proposte allettanti e offerte anche legate alla stagionalità può essere una formula vincente per un rapido incremento delle vendite, catturando l’attenzione del maggior numero possibile di potenziali clienti.
L’accoglienza che si riserva al cliente, la cortesia e la gentilezza nel seguirne le richieste sono le chiavi del successo, supportate ovviamente dalla vendita di prodotti di qualità che indurranno il cliente a ritornare fidelizzandolo.
Sfruttando la grande opportunità di visibilità in internet, collegare l’attività di un negozio ambulante ad un evento annunciato sui social più utilizzati dal pubblico può essere un’ottima strategia per puntare i riflettori sul proprio brand.
La scelta di un luogo strategicamente adeguato
per la propria postazione mobile deve tenere conto di almeno uno dei seguenti fattori fondamentali:

  • la presenza di un’alta concentrazione di potenziali clienti interessati ai propri prodotti (ad esempio un posteggio fisso localizzato in prossimità di un cimitero o di un ospedale),
  • una zona di grande passaggio a piedi.

Anche se sostare sempre nella stessa zona può procurare clienti fissi, sarebbe maggiormente utile stabilire più luoghi periodici di sosta e anche spostarsi in nuove aree per attirare nuovi clienti e così allargare la propria attività.
Inoltre, sfruttando proprio la rapidità di divulgazione delle notizie attraverso i social come Facebook e Twitter, potrebbe essere producente comunicare ai propri follower i propri spostamenti, cosicché siano sempre informati in tempo reale sulla ubicazione del negozio mobile e lo possano raggiungere sul territorio nel luogo per loro più agevole.

Vendita ambulante di fiori piante bulbi semi e fertilizzanti

Vendita ambulante di fiori piante bulbi semi e fertilizzanti

Vendita ambulante di fiori piante bulbi semi e fertilizzanti

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale

Aprire un negozio di fiori e piante Fioreria

Aprire un negozio di fiori e piante Fioreria

Aprire un negozio di fiori e piante Fioreria

Considerazioni preliminari

Prima di aprire un’attività tradizionale (e quindi non innovativa) come quella del fiorista occorre considerare due fattori:

  • in questi tempi recenti di crisi economica la domanda del prodotto è, rispetto agli anni precedenti, leggermente in calo;
  • occorrerà fronteggiare una concorrenza numerosa ed agguerrita costituita non solo dagli altri fioristi ma anche dalla grande distribuzione (supermercati) e dalla presenza dei tanti venditori ambulanti abusivi.

Fatte queste precisazioni, possiamo affermare che aprire un negozio di fiori e piante significa intraprendere un’iniziativa imprenditoriale che potrebbe essere redditizia a patto che essa venga impostata seguendo determinati criteri. I risultati economici possono variare considerevolmente secondo la localizzazione dell’attività, come vedremo nei prossimi articoli. Tuttavia, pensare di aprire un negozio di fiori e piante solo per le prospettive di buoni guadagni sarebbe un errore.

Come abbiamo detto in precedenza, è fondamentale essere spinti da una sincera passione per questa professione e dalla convinzione che solo operando in modo estremamente professionale si può sperare di avere buoni risultati. E’ necessaria quindi la consapevolezza che solo la specializzazione dell’offerta attraverso creazioni floreali personalizzate ed elaborate con gusto e creatività sono la chiave del successo. La ricerca e l’offerta di prodotti e servizi sempre nuovi verso cui si orienta la richiesta del mercato, come anche la disponibilità verso il cliente con consulenze e consegna a domicilio, sono fondamentali per guadagnarsi stima e fidelizzazione. E’ perciò obbligatorio puntare sulla qualità del servizio e far leva sulla competenza tecnica proponendosi come veri e propri consulenti capaci di fornire consigli su quali fiori regalare secondo le occasioni, quali piante scegliere e come curarle, ecc. La professione del fiorista è dunque tutt’altro che facile e, come abbiamo già detto, bisogna mettere in conto che formazione e aggiornamento sono indispensabili per mantenersi al passo con i tempi e vincere la concorrenza.

Si può pensare inizialmente all’apertura di un piccolo chiosco di fiori, per il quale basta allestire una struttura sulla strada pubblica – preferibilmente in prossimità di un crocevia o di una piazza di grande passaggio – all’interno e in adiacenza della quale verranno collocati i contenitori dei fiori recisi e i vasi di piante, soprattutto stagionali, di vario genere. Il chiosco può essere una soluzione, anche temporanea, che permetta di introdursi nel settore, sondare il mercato e ottenere dei guadagni da reinvestire successivamente per aprire un vero e proprio negozio.

Caratteristiche del negozio

Per valutare se il locale in cui si vuole aprire l’attività abbia le caratteristiche idonee per essere adibito a vendere fiori e piante bisogna considerare alcuni fattori.

  • Superficie  In dipendenza del tipo e quantità di prodotti che si vogliono commerciare, il negozio dovrà avere una superficie adeguata. Ideale sarebbe che la superficie totale non sia inferiore a 40-50 metri quadrati. Occorre però tenere presente anche gli elevati costi della TASI (tassa rifiuti calcolata in base ai metri quadrati del locale!)
  • Disimpegni e servizi E’ opportuno che il locale sia dotato di un retro sufficientemente agevole per lavorare e stoccare quei lavori che richiedono spazio prima di essere consegnati o allestiti (es.: addobbo di matrimonio, composizioni per un funerale). E’ anche opportuno che il locale sia dotato di servizi interni o quantomeno adiacenti anche se esterni (bagno).
  • Cantina E’ utilissimo avere una cantina o un seminterrato purché fresco, non eccessivamente umido e ben arieggiato, per potervi conservare gli allestimenti che richiedono uno stoccaggio temporaneo (composizioni per matrimoni, funerali, eventi in genere).
  • Riscaldamento e arieggiamento E’ fondamentale poter regolare la temperatura di riscaldamento dell’ambiente e preferibilmente anche quella del condizionamento nei mesi caldi. L’ideale è che il locale sia dotato di un impianto di riscaldamento autonono e di un condizionatore.
  • Vetrina La parte vetrata per esporre verso l’esterno, visibile al passaggio del pubblico, deve avere una superficie abbastanza estesa per allestire delle esposizioni. Occorre tenere conto che se il negozio ha più vetrine sarà necessario allestirle sempre tutte: ciò può essere un grande vantaggio ma anche un grande impegno.
  • Accessibilità Verificare che non ci siano barriere architettoniche che impediscano l’accesso a chi è portatore di handicap.
  • Spazio esterno Sarebbe comodo avere uno spazio espositivo esterno, soprattutto per esporre le piante da esterno, che altrimenti non potrebbero essere facilmente commerciate.
  • Carico e scarico Verificare che vi sia una zona con possibilità di sosta per carico e scarico in adiacenza del negozio.
  • Parcheggio La presenza di una zona di parcheggio adiacente o nelle immediate vicinanze del negozio è un grande vantaggio per la clientela e un incentivo per servirsi di quell’esercizio commerciale che ne è dotato.
  • Passaggio Deve essere valutato attentamente quale tipo di passaggio offre l’ubicazione del negozio e il flusso di pubblico: passaggio a piedi, passaggio in macchina, presenza di mezzi pubblici che transitano davanti al negozio.

Aprire un negozio di fiori e piante Fioreria

Aprire un negozio di fiori e piante Fioreria

Aprire un negozio di fiori e piante Fioreria

 

Il prodotto del fiorista: artistico sì ma commerciale


Requisiti personali per l’accesso all’attività commerciale

Requisiti personali

  • maggiore età;
  • assolvimento dell’obbligo scolastico;


Requisiti morali

  • non essere stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, salvo che si sia ottenuta la riabilitazione;
  • non aver riportato una condanna, con sentenza passata in giudicato, per delitto non colposo, per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a 3 anni;
  • non aver riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna a pena detentiva per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione;
  • non aver riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro l’igiene e la sanità pubblica;
  • non aver riportato, con sentenza passata in giudicato, due o più condanne, nel quinquennio precedente all’inizio dell’esercizio dell’attività, per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali;

 

 

  • non essere sottoposti alle misure di prevenzione di cui alla Legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o non essere soggetti all’applicazione di una delle misure previste dalla Legge 31 maggio 1965, n. 575, ovvero a misure di sicurezza non detentive;
  • non aver riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro la moralità pubblica e il buon costume, per delitti commessi in stato di ubriachezza o in stato di intossicazione da stupefacenti, per reati concernenti la prevenzione dell’alcolismo, le sostanze stupefacenti o psicotrope, il gioco d’azzardo, le scommesse clandestine, per infrazioni alle norme sui giochi. Il divieto di esercizio dell’attività permane per la durata di 5 anni a decorrere dal giorno in cui la pena è stata scontata. Qualora la pena si sia estinta in altro modo, il termine di 5 anni decorre dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza, salvo riabilitazione.

Il divieto di esercizio dell’attività non si applica qualora, con sentenza passata in giudicato, sia stata concessa la sospensione condizionale della pena, sempre che non intervengano circostanze idonee a incidere sulla revoca della sospensione.
Nel caso di società, associazioni o organismi collettivi, i requisiti morali sopra elencati devono essere posseduti da tutti i soggetti per i quali la legge prevede l’accertamento antimafia (D.Lgs. n. 252/98) e cioè:

  • dal legale rappresentante;
  • da tutti i soci e dai membri del consiglio di amministrazione, laddove esista.

 

Apertura, trasferimento di sede e ampliamento di superficie per un negozio di fiori e piante

In base al D.Lgs. 59/2010, l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento di un esercizio di vendita di fiori e piante è soggetto all’invio di una Dichiarazione di Inizio Attività (DIA) al comune dove è ubicato l’esercizio. In generale la DIA, unitamente alla relativa ricevuta di deposito effettuata all’amministrazione comunale nel cui territorio l’attività viene svolta, ha efficacia immediata e costituisce titolo per l’apertura, il trasferimento della sede e l’ampliamento della superficie.

 

Configurandosi come un’autocertificazione di possesso di tutti i requisiti necessari, è da presentare immediatamente prima dell’avvio dell’attività a cui si riferisce e da tale data l’operatore potrà essere soggetto ai diversi controlli di legge. Alla data di presentazione della DIA dovranno quindi sussistere tutti i requisiti morali e professionali dell’operatore, ove richiesti, e quelli strutturali dell’esercizio previsti dalla normativa di riferimento.

Aprire un corner di fiori al supermercato

Aprire un corner di fiori al supermercato

Aprire un corner di fiori al supermercato

 

Aprire un corner di fiori in un supermercato può essere una soluzione alternativa anziché aprire un vero e proprio negozio di fiorista.  L’idea potrebbe essere di offrire un servizio floreale “espresso” personalizzato in base alle richieste e alle preferenze dei clienti del supermercato, anche in funzione di budget predeterminati. Il servizio si può configurare nel modo seguente: all’entrata nel supermercato il cliente ordina la composizione floreale prima di fare la spesa e poi la ritira prima di uscire. Poiché i supermercati espongono solitamente mazzi di fiori recisi preconfezionati e piantine in vaso con un’offerta decisamente limitata, potrebbe essere un’idea potenzialmente di successo offrire un servizio di questo genere. In considerazione del numero elevato di persone che frequentano i supermercati, con questa soluzione si potrebbe contare su una clientela molto più vasta. Inoltre potrebbe essere lo stesso supermercato a mostrare interesse alla proposta, considerando di attirare a sé un maggior numero di clienti con l’offerta di un servizio particolare.
Per valutare la fattibilità e la convenienza di questa soluzione occorre mettere sul piatto della bilancia sia gli aspetti positivi sia quelli per così dire “negativi”, che ora andremo a considerare.


Aprire un corner di fiori al supermercato

 

Aspetti positivi:
  • Grande affluenza di pubblico e quindi maggiore visibilità e possibilità di vendita
  • Poter usufruire del servizio di riscaldamento nei mesi invernali e di condizionamento nei mesi caldi a spese del supermercato

 

Aspetti negativi:

  • Dover rispettare gli stessi orari di apertura e chiusura del supermercato e quindi non poter usufuire di giorni di riposo, dovendo tenere aperto 7 giorni su 7 anche nel periodo delle ferie, il che comporta di essere almeno in due a gestire l’attività
  • Il costo dell’affitto, che sarà mediamente maggiore di quello di un negozio, naturalmente anche in relazione ai metri quadrati del corner

 


Capitolo seguente > Arte floreale: tecnica, creatività, sperimentazione

Aprire un corner di fiori al supermercato

Quando comporre i fiori diventa un’arte: teoria e pratica

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Quando comporre i fiori diventa un’arte: teoria e pratica


In tutte le arti la composizione si fonda su degli insegnamenti. L’artista principiante ha bisogno di una piena comprensione di questi insegnamenti per intraprendere un cammino sperimentale che lo porterà a realizzare lavori soddisfacenti e di buona qualità. Attraverso una piena comprensione degli insegnamenti l’artista può raggiungere un notevole livello di distinzione per il modo in cui essi sono utilizzati e manipolati per adattarli alla sua personale individualità. Questi insegnamenti non sono rigide regole, le regole possono essere infrante. Sono invece i Princìpi fondamentali del design, le leggi operative basilari che non possono essere cambiate ma possono essere impiegate e interpretate in modo diverso nelle diverse arti e dai diversi artisti.
Noi applichiamo questi Princìpi in ogni composizione floreale e con l’applicazione di essi diamo un’impronta e una qualità artistica al nostro lavoro floreale che lo differenzia da un semplice mazzo di fiori collocati insieme in un vaso.

Prendendo una manciata di fiori e mettendoli in un vaso, il risultato non è una “composizione” floreale ma solo un casuale raggruppamento floreale: semplicemente un mazzo di fiori.

Possiamo allora fare qualcosa di più: scegliere i fiori in base alla loro forma, dimensione, colore e altri fattori e trasformare il mazzo di fiori in un “bouquet”. Questa parola può avere molte connotazioni sia nell’uso domestico e nella tradizione popolare sia in gergo professionale per il fiorista, connotazioni che possono essere anche molto positive in relazione alla qualità dell’insieme.
Nessuno mette in discussione il piacere emotivo suscitato da un bel bouquet di Dahlie, Alstroemerie e Crisantemi con sfumature dal giallo all’arancio.
Tuttavia questo bouquet è ancora semplicemente un’esposizione floreale basata sull’impiego degli Elementi del design con poca influenza dei Princìpi.
Solo applicando i Princìpi del design floreale avremo una “composizione”, ossia una pianificata combinazione di fiori, foglie e altri materiali complementari (contenitore incluso) che formano un’unità artistica. Quando poi avremo collocato il nostro lavoro all’interno dell’ambiente cui era destinato, solo allora avremo completato la “composizione”. Infatti questo ci consente l’ultima valutazione del valore e della qualità della nostra creazione floreale. Un buon lavoro non può definirsi un lavoro di qualità se i Princìpi applicati nella realizzazione di esso non vengono applicati anche alla sua collocazione ambientale.
Tutte le creazioni iniziano con un progetto. Nessuno stilista di moda inizierebbe a tagliare la stoffa senza una precisa idea dell’abito da confezionare così come nessun pittore inizierebbe un quadro senza uno schizzo sul quale eseguire l’opera definitiva. Ci deve essere un disegno, un piano di lavoro, e un modello del prodotto finale prima di eseguire il primo taglio o stendere sulla tela la prima pennellata di colore. La stessa cosa accade nel comporre con i fiori. Ci deve essere un design per la composizione da realizzare prima che il primo fiore venga tagliato. Il design, buono o scarso che sia, è presente in ogni composizione. Il fiorista può lavorare solo con le forme di base, adattando i materiali disponibili a quelle forme e scegliendo poi una locazione per esporle. Ma il processo non dovrebbe fermarsi qui, il fiorista deve seguire un personale percorso di maturazione professionale per trasformarsi in un vero e proprio designer floreale. A questo livello è importante anzitutto avere chiara la funzione che avrà la composizione, seguirà la creazione di un design e l’esecuzione pratica di esso per soddisfare a quella precisa funzione.

Lo stimolo per la creazione di un preciso design floreale può venire dall’analisi dello spazio e dello scenario in cui andrà collocata la composizione, dalle qualità concrete e visuali del contenitore e degli eventuali materiali complementari, dei fiori e dei fogliami disponibili (o che andranno appositamente scelti), e dal concetto che il compositore vuole esprimere. Non è molto diverso dalla procedura seguita dallo stilista di moda nel creare un abito o dal pittore nel dipingere il suo quadro. Può essere utile, inizialmente, realizzare un abbozzo che ci aiuti a visualizzare il risultato finale e mantenere il processo di esecuzione fedele al progetto. Che venga o no fatta una bozza del progetto, l’importanza di una ben chiara immagine mentale di ciò che si vuole realizzare non deve mai essere sottovalutata. Un buon design floreale non risulta mai da un processo casuale del comporre ma da un’attenta meditazione e pianificazione.

Sia nella fase progettuale sia nella realizzazione pratica, i Princìpi compositivi ci aiuteranno a raggiungere l’obiettivo per quanto riguarda la funzione e l’apparenza visuale della composizione. Questi Princìpi sono comuni a tutte le arti, sebbene siano applicati diversamente secondo il mezzo artistico impiegato per creare. Nella composizione floreale tutti i Princìpi devono essere applicati in ogni buon lavoro, ma la loro importanza relativa può variare. Risultati fallimentari si avranno se i Princìpi non sono stati applicati o non sono stati del tutto osservati. Tuttavia bisogna ricordare che questi Princìpi sono dei fondamenti, non delle ferree regole, sono guide che, insieme agli Elementi, ci consentono di raggiungere i nostri obiettivi. La variazione personale nell’applicazione dei Princìpi è il campo dove si esprime l’individualità dell’artista!

Nei prossimi articoli di questa sezione parleremo in dettaglio degli Elementi e dei Princìpi dell’arte floreale.

Creare con i fiori: da hobby a professione

Capitolo precedente < Introduzione alla professione di fiorista

Quando comporre i fiori diventa un’arte: teoria e pratica

Quando comporre i fiori diventa un’arte: teoria e pratica

Quando comporre i fiori diventa un’arte: teoria e pratica

Gli Elementi da conoscere per comporre con i fiori

Gli Elementi da conoscere per comporre con i fiori

I materiali floreali e complementari

I fiori e gli altri materiali complementari impiegati nel design floreale hanno una propria intrinseca bellezza che il designer cerca di enfatizzare in composizione. Anche se il tatto e l’odorato sono implicati, è tuttavia la loro qualità visuale quella che viene percepita come immediata bellezza estetica. Guardando più attentamente, ci accorgeremo di un gran numero di qualità visualmente percepibili: fra l’altro il colore, la sagoma e la forma tridimensionale, la dimensione, l’aspetto superficiale (o texture), la presenza di motivi e disegni sui petali e sulle foglie. La bellezza è il risultato della combinazione di tutti questi elementi e del modo in cui essi attraggono il nostro occhio.
Tutti gli oggetti posseggono, in maggiore o minor grado, queste caratteristiche visuali. Il designer floreale deve essere consapevole di queste caratteristiche sapendo riconoscere come esse differiscono nei materiali scelti per la composizione per poterli usare in una combinazione armoniosa.
Tuttavia i materiali floreali (fiori, foglie e fogliami) e quelli complementari (contenitori, decori, nastri, incarti, ecc) sono appunto da considerarsi “materiali” da utilizzare in composizione e non devono essere confusi con quelli che nell’arte floreale sono denominati “elementi”.

Gli Elementi dell’arte floreale

Gli Elementi fondamentali di qualsiasi composizione floreale sono sei:

  • linea
  • motivo o disegno
  • spazio (pieni e vuoti)
  • aspetto superficiale o texture (la qualità più o meno rustica o elegante dei materiali)
  • colore
  • forma

Essi sono le componenti interpretative necessarie a creare dei lavori floreali ben riusciti, e la padronanza che si ha nell’utilizzarli sarà il segreto di un perfetto risultato nel raggiungimento dei princìpi fondamentali di cui parleremo nel prossimo articolo: proporzione e scala, equilibrio, ritmo, armonia, unità.

Gli Elementi sono gli attributi visuali di fondo dei quali si compone il design di un arrangiamento floreale. Sono le qualità visuali dei materiali fisici impiegati, e ciascuna di tali qualità esercita una forza visuale alla quale il nostro cervello e il nostro occhio reagiscono. La nostra risposta alla sollecitazione visuale dei materiali vegetali e complementari rende ragione di come essi siano stati bene (o male) impiegati in composizione. Ecco perché si può dire che ogni Elemento adempie a una funzione di design.

Se analizziamo il procedimento con cui viene realizzata una composizione e il modo in cui gli Elementi adempiono a una propria esclusiva funzione, vedremo che in ciascuna creazione floreale si integrano due sovrapposti aspetti del design:

  • il design strutturale
  • il design cromatico

Per comprendere ciò è opportuno considerare gli Elementi secondo le reciproche funzioni, come è spiegato di seguito.

Questa distinzione riguarda le qualità strutturali e visuali negli Elementi strutturali (linea + forma + spazio, dimensione, motivi), mentre gli Elementi cromatici (colore + texture) sono puramente visuali. Anche la texture ha una qualità tangibile e potrebbe rientrare negli Elementi strutturali, tuttavia la sua funzione d’impatto più immediato è quella di modificatore del colore.
L’importanza di questa distinzione sta nel modo in cui il fiorista procede mentalmente. Molte composizioni vengono iniziate partendo dalla sola combinazione dei colori: questo è sbagliato, poiché sarebbe come camminare all’indietro. Un uso azzeccato del colore è susseguente a un’appropriata scelta della struttura compositiva. Il colore, nei materiali vegetali, non esiste di per sé, ma è sempre sovrapposto a una forma. La forma di un dato fiore rimane la stessa ma il colore può essere diverso: una rosa è sempre una rosa anche se esistono qualità colorate di rosso, di bianco, di giallo, ecc.
Similmente, il design cromatico si sovrappone a quello strutturale. Bisogna sempre iniziare dalla struttura fisica, ossia dalla sostanza, e poi aggiungere il colore. Il fiorista non può iniziare dal colore e sovrapporgli una struttura. Questo principio può essere spiegato prendendo ad esempio una foto in bianco e nero: se viene tolto il colore da una foto, lasciando solo le gradazioni di grigio, gli elementi strutturali rimangono. Nella foto in bianco e nero la qualità artistica esiste comunque all’origine prima che si aggiunga il colore, il quale arricchirà il soggetto fotografato con una qualità cromatica.
Possiamo quindi affermare che gli elementi strutturali del design hanno un carattere “oggettivo” nel giudizio relativo al loro corretto o scorretto utilizzo. Dal punto di vista oggettivo una composizione può solo essere costruita bene o costruita male, come una casa da parte di un architetto: o sta in piedi perché gli elementi strutturali sono stati correttamente usati oppure non sta in piedi perché sono stati usati male. Dal punto di vista soggettivo invece una composizione (così come una casa) potrà piacere o non piacere per i colori utilizzati o per l’aspetto rustico o elegante, secondo il gusto personale, senza però che possa venire messa in discussione l’oggettiva perfezione della sua costruzione.
Il design strutturale è la parte più importante dell’opera finita poiché esso determina il limite del design cromatico che gli viene sovrapposto. Ciò ovviamente non significa che il colore debba essere ignorato nel pianificare il lavoro compositivo; piuttosto il processo compositivo deve garantire un buono sviluppo della linea e della forma, e insieme dello spazio, della dimensione, dei motivi e della texture, prima che i valori cromatici abbiano un effetto. E’ buona abitudine, quando un lavoro non ci convince appieno, immaginarselo mentalmente in bianco e nero, di modo che il colore non possa impedirci di vedere i difetti dal punto di vista strutturale.

In questo articolo abbiamo preso in considerazione solo per brevi cenni gli Elementi fondamentali per comporre con i fiori: teniamo conto che unicamente una conoscenza approfondita di essi potrà portare alla creazione di opere artistiche nel design floreale.



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Gli Elementi da conoscere per comporre con i fiori

Gli Elementi da conoscere per comporre con i fiori

 

Gli Elementi da conoscere per comporre con i fiori

 

I Princìpi primari per comporre con i fiori

I Princìpi primari per comporre con i fiori

 

Abbiamo anticipato in precedenza che esistono dei Princìpi fondamentali del design, le leggi operative basilari che non possono essere cambiate ma possono essere impiegate e interpretate in modo diverso nelle diverse arti e dai diversi artisti.
Ebbene, i Princìpi primari nell’arte della composizione floreale sono cinque e la loro corretta applicazione determina il successo o meno del design che vogliamo creare:
  • proporzione
  • equilibrio
  • ritmo
  • armonia
  • unità

Di questi cinque Princìpi diamo di seguito una breve spiegazione, tenendo conto che solo lo studio approfondito e la piena comprensione di essi nonché la padronanza nel loro utilizzo potrà portare alla creazione di opere artistiche nel design floreale.


Proporzione

La Proporzione è data dalla comparazione reciproca fra i diversi elementi impiegati in una composizione. Essa è ottenuta attraverso vari fattori: il rapporto fra le tre dimensioni spaziali (altezza, larghezza, lunghezza); la quantità dei fiori e la lunghezza dei loro steli; il materiale complementare eventualmente impiegato; il rapporto fra spazio pieno (masse dei fiori o di altri elementi) e spazio vuoto (assenza di fiori o di altri materiali), l’esatta ripartizione dei colori, ecc. L’occhio percepisce immediatamente la sensazione di proporzione in un insieme dove le parti sono giustamente rapportate in modo reciproco, e viceversa di sproporzione dove vi è una rottura dell’equilibrio per cui ad esempio una componente prevarica le altre risultando eccessiva.
La proporzione è uno dei Princìpi più difficili da imparare e applicare poiché implica la valutazione di molti elementi. La maggior parte delle decisioni in merito sono basate sulla nostra personale capacità di valutazione visiva più che su regole effettive.

Equilibrio

L’equilibrio in una composizione si ottiene mediante l’esatta ripartizione dei pesi ottici in modo che i diversi elementi dell’insieme riescano a comunicare una sensazione di stabilità dal punto di vista fisico e ottico.
Possiamo parlare anzitutto dell’equilibrio fisico, che riguarda la reale collocazione dei materiali all’interno della composizione per darle stabilità dal punto di vista strutturale. Ma altrettanto fondamentale è l’equilibrio ottico, che si crea tenendo conto di un’opportuna collocazione delle componenti riguardo a linee, forme, colori, texture dei materiali, ecc.
Attraverso il principio dell’equilibrio si possono creare composizioni floreali applicando le regole della simmetria oppure quelle della asimmetria.

Ritmo

Il ritmo riguarda l'”andamento” in una composizione floreale. Quando la composizione viene osservata, l’occhio dell’osservatore deve essere condotto in ogni parte del design e tuttavia continuamente riportato nel centro visuale di interesse, se ne esiste uno specifico. Ciò si ottiene non solo con le linee, che solitamente provvedono a realizzare un tracciato visuale, ma anche relazionando e diversificando fra loro le forme, gli spazi, i colori e le texture dei materiali per generare un senso di movimento. Il ritmo è una qualità illusoria: se esso è troppo scarso si ha un’impressione di staticità e monotonia, se è eccessivo produce troppo dinamismo e disordine. Tuttavia vi sono delle tecniche che possono aiutare il lavoro del designer.
Possiamo intendere meglio il ritmo pensando alla musica, dove il ritmo è ineliminabile nella creazione della base armonica di qualsiasi pezzo musicale sulla quale base armonica si snoderà poi la melodia.

Armonia

L’armonia, come la proporzione, esprime il modo in cui le componenti del design floreale si relazionano l’una all’altra. L’armonia cromatica, ad esempio, è uno degli aspetti del giudizio estetico su come le parti di una composizione siano in una relazione armonica. Ogni componente che possiamo scegliere per l’uso esprime una particolare sensazione: alcuni di essi sembrano naturalmente adeguati l’uno all’altro, mentre altri non si combinano. Esiste una fondamentale incongruenza, ad esempio, nel voler collocare un grande e rustico Helianthus (Girasole) in un delicato ed elegante contenitore di cristallo. Un’Orchidea può anche avere un colore adatto ad abbinarsi con quello di una Gerbera, ma le texture dei due fiori sono troppo diverse per essere felicemente armonizzate. Mentre molti fiori sono disponibili tutto l’anno, alcuni sono tipicamente stagionali e perciò sembrerebbe anacronistico abbinare fiori come il Hyacinthus (Giacinto), reperibile solo in inverno e inizio primavera, con un fiore dalla fioritura solo estiva, come il Delphinium.
Così anche i cosiddetti “esotici” ossia i fiori tropicali come la Protea, ecc. per la loro particolare qualità armonizzano pienamente solo con altri fiori esotici.
Una tale interpretazione restrittiva non deve comunque limitare in modo coercitivo le scelte del fiorista il quale deve comunque valutare accuratamente la forma e le dimensioni del contenitore, il progetto del design che vuole realizzare, e il modo in cui i fiori e le foglie si rapportano reciprocamente per dimensioni, forma, colore, texture, stagione e il concetto che essi devono esprimere. Per fortuna esistono numerosissimi materiali che si armonizzano reciprocamente e sta al compositore essere un buon osservatore.
L’armonia può essere ottenuta in due modi: per somiglianza o per contrasto. Facciamo due esempi: creando una composizione con una varietà di fiori da giardino come Ranunculus (Ranuncolo), Tulipa (Tulipano), Narcissus (Narciso) avremo generato un’armonia basata sia sulle qualità dei fiori impiegati, che richiamo tutti un ambiente semplice e campestre, e un’armonia stagionale, poiché tutti questi fiori si trovano solo nel tardo inverno e all’inizio della primavera. L’insieme di questi fiori sarà fortemente suggestivo e verosimile se è nostra intenzione richiamare alla mente dell’osservatore i due concetti che abbiamo evidenziato e perciò otterremo l’effetto desiderato.
Possiamo però avere anche un’armonia per contrasto se vogliamo accentuare le qualità opposte degli elementi accostati proprio sottolineando la loro diversità: una sofisticata ed elegante orchidea Phalaenopsis può essere fortemente valorizzata in un contenitore di pietra grezza proprio dal diverso valore e dalla diversa texture dei due elementi.

Unità

L’unità esprime l’unicità e l’identità di un design floreale, il fatto che ogni elemento collabori con tutti gli altri a realizzare un insieme coerente ed espressivamente significativo. Mentre l’armonia è inerente al modo in cui il contenitore, i fiori, i fogliami e altri materiali si legano insieme, l’unità rappresenta il modo in cui le componenti “lavorano” espressivamente insieme all’interno del design. Tutte le parti devono essere legate l’una all’altra, non deve esserci alcun punto di rottura dell’idea espressa nella composizione.
Sebbene l’unità sia il Principio finale da prendere in considerazione, dato che si fonda sull’aspetto della composizione una volta terminata, essa va considerata attraverso tutto il processo di pianificazione e realizzazione dell’opera.
Ciò vale specialmente considerando l’ambiente in cui la composizione dovrà essere collocata: si dovrà realizzare un’unità concettuale tra ambiente e composizione floreale che giustifichi la presenza di quella composizione in quell’ambiente del quale dovrà essere parte integrante.

 

I Princìpi primari per comporre con i fiori

I Princìpi primari per comporre con i fiori

I Princìpi primari per comporre con i fiori

I Princìpi primari per comporre con i fiori

Arte floreale: partire dal fiore o dal design

Arte floreale: partire dal fiore o dal design

 

Abbiamo detto in precedenza che non esiste composizione floreale senza un preciso progetto compositivo: il creativo allo stato puro senza tecnica e progettualità non va lontano in questo campo. Insomma non esiste improvvisazione nell’arte floreale.
Tuttavia l’approccio può essere fatto da due punti di vista: partire dai fiori e scegliere il design o partire dal design e scegliere i fiori.

Quando si va ad acquistare i fiori all’ingrosso per creare qualcosa da mettere in negozio in attesa che i clienti vengano a fare acquisti è pur bello farsi ispirare dai fiori e magari anche dal rapporto qualità/prezzo che in quel giorno certi fiori offrono. E’ bello ed utile anche sperimentare l’uso di certi fiori mai prima utilizzati e di certi abbinamenti cromatici che magari solitamente non facciamo: solo sperimentando, sperimentando e sperimentando si trovano le giuste soluzioni!
In alcuni casi bisogna necessariamente partire dai fiori per creare un design: un ramo di Corylus avellana contorta (Nocciolo contorto) può essere solo orientato nello spazio ma non modificato e perciò da lì dovrà partire l’idea creativa. Certi fiori sono adatti unicamente a certi utilizzi e quindi creeremo una composizione secondo il carattere e la forma di quei fiori: Anemone e Ranunculus, avendo il gambo cavo e molto delicato non sono adatti ad essere usati in composizioni nella spugna, quindi creeremo dei mazzi nei quali si avrà modo di valorizzarli al massimo.

Diversamente si partìrà da uno schema progettuale definito dovendo scegliere i fiori secondo il design. Ad esempio, per realizzare un ventaglio occorrono tre categorie di fiori: a spiga (per i raggi della parte di fondo), di riempimento e secondari per la fascia intermedia, della massa e della forma per la zona focale “centrale”. In questo caso la scelta è obbligata, altrimenti non si potrebbe costruire questo tipo di design!

Nell’uno e nell’altro caso, tuttavia, lo spazio creativo è sempre molto vasto e si potranno creare composizioni floreali sempre diversificate: più o meno romantiche o stilizzate, adatte all’ambiente da arredare o all’evento da celebrare, con un’infinita scelta di varietà cromatiche e di texture, nonché di abbinamenti di caratteri ed essenze floreali.

 

Capitolo seguente > Gli stili compositivi nell’arte floreale italiana


Arte floreale: partire dal fiore o dal design

 

Arte floreale: partire dal fiore o dal design

Introduzione agli stili compositivi floreali

Introduzione agli stili compositivi floreali

 

Ogni composizione floreale può essere realizzata in uno stile specifico: ecco perché è necessario non fare confusione fra i due termini “composizione floreale” e “stile floreale” nel quale una determinata composizione floreale viene costruita.
La composizione floreale è materialmente ciò che viene creato attraverso un determinato progetto che abbiamo in mente, con l’utilizzo di materiali vegetali (fiori, foglie e fogliami) ed eventuali materiali complementari (contenitore, oggettistica, nastri, ecc.). Lo stile compositivo è invece qualcosa di astratto, è l’insieme delle caratteristiche che quella composizione deve avere perché si possa dire che essa appartiene a quello stile.

Per spiegarci meglio possiamo fare un esempio che facilmente ciascuno può capire. Nella nostra storia dell’arte architettonica italiana si possono individuare diversi periodi temporali caratterizzati da diversi stili: preromanico, romanico, gotico, rinascimentale, barocco, liberty, ecc. Date le precise caratteristiche di ogni stile sappiamo, in base ad esse, riconoscere se un edificio è costruito in stile romanico piuttosto che gotico.
Se trasferiamo questo esempio nell’arte floreale, possiamo dire che anche una composizione floreale, come un edificio, è un manufatto generico che può però caratterizzarsi attraverso uno stile particolare nel quale viene realizzata.

Gli stili che possiamo individuare nell’arte floreale e che costituiscono materia di insegnamento nelle scuole professionali per diventare fioristi sono quattro:

  • formale
  • decorativo
  • vegetativo
  • lineare

Ciascuna composizione floreale che sia realizzata seguendo determinati criteri stilistici può essere ascritta ad uno di questi stili. Ovviamente questi quattro stili non sono rigidi “vestiti” da applicare inesorabilmente su ogni creazione floreale. Addirittura essi possono essere “ibridati”, entro certi limiti, uno con l’altro, proprio come in architettura possiamo trovare edifici che presentano caratteristiche di stili architettonici diversi.

Nei prossimi articoli analizzeremo le caratteristiche di ciascuno stile facendo anche esempi di applicazione degli stili ai vari utilizzi pratici.



Introduzione agli stili compositivi floreali

 

Creare con i fiori: da hobby a professione

Capitolo precedente < Arte floreale: tecnica, creatività, sperimentazione

Comporre i fiori in stile formale

Comporre i fiori in stile formale

 

Caratteristiche dello stile formale

Lo stile formale è così denominato perché le composizioni realizzate in questo stile devono avere una forma geometrica regolare, che solitamente è quella della sfera e della semisfera.
Secondo lo stile formale vanno osservate le seguenti regole:

  • i fiori sporgono tutti alla medesima altezza
  • nessun fiore emerge per assumere il ruolo di protagonista
  • i fiori sono mescolati in modo da realizzare un insieme omogeneo senza spazi vuoti fra un fiore e l’altro
  • l’interesse visuale è dato dalla visione complessiva del design realizzato, senza che vi sia necessità di scendere nei dettagli

Le composizioni in stile formale, proprio per la loro regolarità e simmetria, ispirano un senso di:

  • razionalità
  • sicurezza
  • tranquillità
  • solidità
  • certezza

in quanto sono immediatamente comprensibili a vista d’occhio in tutte le loro parti.
Esse non hanno profondità nascoste o particolari da scoprire e la luce si riflette illuminandole in modo omogeneo in tutte le loro parti.

Applicazioni pratiche

Proprio per la sua compattezza, lo stile formale è, a confronto degli altri stili, più dispendioso, in quanto le composizioni in esso realizzate sono tanto più costose quanto più grandi. E’ quindi più adatto alla decorazione di piccoli spazi come la tavola da pranzo o per la creazione di medio-piccole composizioni quali:

  • centrotavola
  • mazzi da regalo
  • classici bouquet da sposa “rotondi”
  • piccoli pavé (come un cuscino portafedi nuziali)

Se trasferito nell’addobbo di grandi ambienti, ad esempio per tappezzare superfici o realizzare decorazioni di grandi dimensioni, esso diviene costosissimo sia per la quantità di fiori da impiegare sia per il tempo di lavorazione.

Dal punto di vista commerciale, lo stile formale è forse il più amato dai clienti, soprattutto dalle spose e per gli addobbi di nozze.

Abilità richieste

Dal punto di vista delle possibilità espressive, lo stile formale è sicuramente il più limitato poiché si è costretti a costruire entro una forma predefinita, che commercialmente si riduce di solito a quella della sfera e della semisfera con poche eccezioni. Senza nulla togliere ai pregi di questo stile, possiamo dire che esso consente solo di variare forme, tipi e colori dei fiori (anche se molti fiori sono inadatti al suo utilizzo) ma non consente altre sperimentazioni.

Considerando le abilità richieste, esso esige una precisa cura ed attenzione nel rispetto geometrico della forma ma non richiede una particolare inventiva e creatività. Tuttavia è il primo imprescindibile stile che viene insegnato nelle scuole professionali e costituisce la base per poi accostarsi agli altri stili, anche se le sue tecniche non possono più essere utilizzate negli altri stili per realizzare degli “ibridi” (ad eccezione dello stile decorativo).



Comporre i fiori in stile formale

 

Comporre i fiori in stile formale

 

Comporre i fiori in stile formale