Come evitare i danni da Botrite o Muffa grigia

Come evitare i danni da Botrite o Muffa grigia

 


La Botrytis cinerea (Botrite o muffa grigia) è un fungo che provoca una perdita di qualità nei fiori come Rosa, Chrysanthemum (Crisantemo), Gerbera ed Eustoma (Lisianthus). Il luogo di origine, la stagione, l’igiene durante la lavorazione e l’immagazzinamento, le condizioni meteorologiche e il controllo della climatizzazione svolgono un ruolo importante nell’aspetto e nello sviluppo della Botrytis. Il fungo prospera su materiali vegetali vivi e morti. L’infezione inizia quando piccole spore di forma minuscola, si diffondono nell’aria. Partendo da una piccola macchia biancastra sui petali dei fiori, si estende fino in fondo al fiore. Il fiore cambierà gradualmente il suo colore in marrone e infine tutti i petali cadranno. Per spostarsi, queste spore hanno bisogno di umidità. La condensa sulla gemma o sul fiore e sull’imballaggio è spesso sufficiente per far sviluppare rapidamente le spore di Botrytis.
I sintomi che denotano la Botrite variano da cultivar a cultivar, anche in base all’intensità dell’attacco. In generale, il sintomo più evidente è dato dalla presenza di una soffice muffa grigia che nel giro di breve tempo si trasforma in marciume.


La Botrite è un processo irreversibile?

Una volta che si è evoluta dallo stadio di “macchia bianca” a quello di “macchie marroni”, il processo è irreversibile. I petali infetti vanno subito rimossi a mano. Questo tuttavia non garantisce che l’infezione fungina non abbia già danneggiato il resto dei petali. Rimuovere il fiore eliminandolo lontano dagli altri diventa l’unico rimedio per prevenire ulteriori infezioni. Poiché l’infezione inizia in una fase precedente della catena di distribuzione e le spore possono già essere germinate, il fiorista e il consumatore, purtroppo, non possono fare altro che buttare via i fiori infetti per prevenire ulteriormente la diffusione della malattia.

 

Come limitare i danni

Fase di condizionamento:

  • L’infezione con Botrytis avviene spesso all’inizio della catena. Prestare attenzione quando si acquistano i fiori.
  • Acquistare i fiori da fonti affidabili e conosciute per la loro qualità.
  • Controllare la presenza delle “macchie bianche” al momento dell’acquisto.
  • Togliere i materiali di imballaggio dopo l’acquisto e durante lo stoccaggio a freddo per consentire al fiore di respirare e controllare che vi sia sufficiente circolazione dell’aria nell’ambiente.
  • Prevenzione igienica: pulire e disinfettare i tavoli, i coltelli e gli utensili da taglio almeno giornalmente.

 

 

 

Come evitare i danni da Botrite o Muffa grigia


Come evitare i danni da Botrite o Muffa grigiafoto da www.rose.it

 


Come evitare i danni da Botrite o Muffa grigiafoto da www.coltivarefacile.it

Come evitare danni agli steli dei fiori recisi

Come evitare danni agli steli dei fiori recisi


Lo stelo regge il bocciolo del fiore e consente l’apporto idrico: quindi esso non deve mai essere danneggiato per conservare i fiori il più a lungo possibile. Non rimuovere la corteccia o le spine dallo stelo. Non usare mai lo spinarose per togliere foglie, rametti e spine poiché esso scortica il gambo e riduce la vita del fiore.

 

Effetti del raschiamento dello stelo

Il raschiamento danneggia la corteccia dello stelo, protezione naturale del fiore, causando una grande ferita nel fusto. Il risultato sarà un fiore che rapidamente avvizzisce, una breve vita in vaso, una perdita economica e di immagine per il fiorista e un cliente deluso.

Gli effetti dei danni allo stelo si possono così riassumere:

  • Acqua torbida e puzzolente nel vaso. L’accelerato deterioramento dello stelo causato dal raschiamento aumenta la produzione di batteri nell’acqua del vaso.
  • Possibile presenza di sostanze tossiche: gli steli danneggiati di alcuni fiori possono anche emettere sostanze tossiche per altri fiori. Questo è in genere il caso dei bouquet misti.
  • Oltre al deterioramento accelerato dello stelo, vi è un effetto diretto sulla crescita esponenziale dei microrganismi a causa del rilascio di zuccheri nell’acqua che formerà un ottimo nutrimento per i batteri, sicché l’acqua del vaso verrà inquinata più rapidamente.


Effetti di schiacciamento/martellamento dello stelo

Secondo un vecchio mito, si supponeva che appiattire gli steli aumentasse l’assorbimento dell’acqua. Questo è in realtà la causa di una durata molto più breve del fiore: il martellamento danneggia le cellule interne e quelle della corteccia fino a far perdere loro gran parte dell’umidità. Per i batteri ciò sarà un’opportunità per moltiplicarsi rapidamente in grandi quantità.

Bruciacchiare l’estremità del gambo

Bruciacchiare l’estremità del gambo uccide letteralmente la parte gambo! Alla base di questa tecnica è l’arresto del cosiddetto “sanguinamento” o per aprire le parti legnose dello stelo, con l’obiettivo di consentire l’assorbimento di acqua. In un primo momento si può osservare un aumento dell’assorbimento di acqua. Dopo pochi giorni, tuttavia, questa parte finale morta dello stelo inizia a rilasciare materia organica nell’acqua dalla corteccia, con conseguente forte diminuzione dello sviluppo del fiore.

Cosa possiamo fare?

I coltivatori,  utilizzando i prodotti specifici per la cura del fiore disponibili nell’industria floreale per il cosiddetto trattamento post-raccolta, mantengono la superficie di taglio aperta e stimolano l’assorbimento dell’acqua. Con questo tipo di trattamento, il tessuto del gambo rimane intatto e l’acqua del vaso non è contaminata con materiali che ostacolano lo sviluppo dei fiori.

  • Se possibile, non ferire la corteccia e non rimuovere le spine, limitando al minimo l’utilizzo degli utensili.
  • Defoliatori: questi attrezzi vengono spesso utilizzati nell’industria e dal fiorista. Utensili vecchi e rigidi rovinano eccessivamente i fusti. Pertanto, utilizzare sempre attrezzi con setole morbide e sostituirli regolarmente.
  • Coltelli: l’uso di un coltello per raschiare i gambi non ha alcuna utilità e porterà solo a una perdita di qualità.
  • Spinarose: questo strumento viene utilizzato dai fioristi per rimuovere le spine dagli steli. Esso però danneggia inutilmente lo stelo e ha un’influenza negativa sulla vita del fiore in vaso. Quando possibile, lasciare le spine sul gambo per non infliggere ulteriori ferite allo stelo.

 

Come evitare danni agli steli dei fiori recisi

Come evitare danni agli steli dei fiori recisi

Scolorimento dello stelo nei fiori recisi

Scolorimento dello stelo nei fiori recisi

 

Cosa provoca lo scolorimento dello stelo e come evitarlo

Lo scolorimento dello stelo ha varie possibili cause non tutte negative. Naturalmente, lo scolorimento risulta antiestetico in vasi di vetro trasparenti e il fiore sembrerà vecchio. Esistono varie cause di questo fenomeno:

  • Basso pH: il livello ottimale di pH dell’acqua è compreso tra 3,5 e 5,5. Se si utilizza acqua dolce, è opportuno che il livello di pH scenda a meno di 4 pH in combinazione con prodotti che prolungano la vita in vaso. Con steli delicati, ciò può provocare la scolorimento dello stelo. Questo tipo di scolorimento non incide negativamente sulla vita in vaso perché il tessuto rimane intatto.

  • Effetti del cloro sulla Gerbera: il cloro viene spesso aggiunto all’acqua per la conservazione delle Gerbere. Questo elemento è molto aggressivo per i tessuti vegetali e va pertanto somministrato in dosaggi estremamente accurati poiché un sovradosaggio fa diventare marroni i gambi. Questo scolorimento e il deterioramento del tessuto dello stelo provocati dal cloro accorciano la vita in vaso.

  • Tensioattivi o surfactanti: spesso vengono utilizzati dei tensioattivi per aumentare l’assorbimento dell’acqua. Questi prodotti dissolvono lo strato ceroso sugli steli, ad esempio del Dianthus (Garofano). Nonostante lo scolorimento dello stelo, ciò non pregiudica la durata della vita in vaso.

  •  Proliferazione batterica: la crescita in quantità eccessiva di batteri, come nei vasi contenenti troppi fiori recisi e specialmente in presenza di fiori danneggiati, vasi contenenti rami o bouquet misti, provocherà la scolorimento degli steli più delicati e ridurrà la vita in vaso. 


Cosa si può fare

  • Spazzolare e lavare i contenitori prima e dopo l’uso.
  • Prevenire la proliferazione dei batteri con frequenti trattamenti disinfettanti.
  • Tagliare 5-10 cm della parte finale dello stelo.

 


Scolorimento dello stelo nei fiori recisi

 

Scolorimento dello stelo nei fiori recisi

Ingiallimento delle foglie nei fiori recisi

Ingiallimento delle foglie nei fiori recisi


Le foglie gialle non sono altro che la perdita di colorazione verde, cioè di clorofilla. Diversi fattori possono provocare l’ingiallimento oppure inibirlo:
  • Ethylene: stimola l’ingiallimento
  • Luce rossastra: stimola l’ingiallimento
  • Assenza di luce: stimola l’ingiallimento
  • Luce rossa: inibisce l’ingiallimento
  • Gibberelline (GA’s): sostanze che inibiscono l’ingiallimento

Fiori sensibili all’ingiallimento fogliare:

Per ridurre al minimo l’ingiallimento delle foglie occorre che i fiori siano trattati all’origine dal produttore con sostanze specifiche.
I prodotti per la cura dei fiori recisi commercializzati per produttori, grossisti e fioristi possono assicurare che le carenze del fiore, reciso dalla pianta madre, siano contrastate per prevenire l’ingiallimento delle foglie. Le sostanze nutritive di questi diversi prodotti, che vengono utilizzati specificamente in tutte le fasi della catena di distribuzione, contrastano il fenomeno.

Quando i fiori recisi arrivano a casa del cliente finale, può ancora verificarsi un ingiallimento delle foglie. Ciò può essere contrastato da prodotti che mantengono le foglie verdi. I fioristi dovrebbero fornire queste sostanze soprattutto unitamente a bouquet contenenti Alstroemeria, Tulipa e Lilium poiché ciò avrà come conseguenza un cliente più soddisfatto e una fidelizzazione al punto vendita.

Ingiallimento delle foglie nei fiori recisi

Ingiallimento delle foglie nei fiori recisi

Effetto bruciatura nelle foglie dei fiori recisi

Effetto bruciatura nelle foglie dei fiori recisi


Cosa provoca l’effetto “bruciatura” delle foglie e come evitarlo


L’effetto “bruciatura” delle foglie è un fenomeno complesso ed è il risultato della bruciatura delle cellule delle foglie. Una causa significativa della rottura delle pareti cellulari è un eccessivo effetto osmotico del contenuto cellulare e quindi un afflusso eccessivamente abbondante di acqua. La foglia infine scolora dal grigio al marrone e appare secca e croccante al tatto. Anche sostanze estranee prodotte da altri fiori/rami nel vaso possono contribuire alla “bruciatura” delle foglie (necrosi della foglia).

Per ridurre il rischio dell’effetto “bruciatura” delle foglie, tenere presenti le seguenti avvertenze:

  • Luminosità di assimilazione troppo lunga (ore di luce prolungata, illuminazione artificiale in negozio) soprattutto in inverno. Lo stoma perde la capacità di chiudersi. Il contenuto di umidità del fiore continua ad evaporare e il fiore assorbe troppa acqua dal vaso se è stato aggiunto nutrimento per fiori recisi. Tuttavia, senza il nutrimento per i fiori recisi addizionato all’acqua il fiore spesso non assorbirebbe abbastanza acqua.
  • Tessuto debole dovuto alla mancanza di luce durante l’ultima fase di crescita, rende il fiore sensibile al nutrimento per fiori recisi addizionato all’acqua del vaso.
  • Sovradosaggio di nutrimento per fiori recisi oltre il 150% della dose prescritta.
  • Presenza di ioni metallici “tossici” nell’acqua del vaso, come lo zinco, il cloro, il fluoro e il ferro.
  • Uso scorretto dei dosaggi dei prodotti per la pulizia del vaso, come il cloro, liquidi da lavaggio e sterilizzazione.
  • Presenza di secrezioni dannose prodotte da altri fiori/rami in un mazzo misto nel contenitore o vaso (ad esempio secrezioni del Narcissus).

Effetto bruciatura nelle foglie dei fiori recisi

 

Scolorimento dello stelo nei fiori recisi

Prevenire i danni da etilene nei fiori recisi

Prevenire i danni da etilene nei fiori recisi

Prevenire i danni da etilene nei fiori recisi


Se i petali dei fiori avvizziscono e i germogli e le foglie cadono, questo ovviamente accorcia l’aspettativa di vita dei fiori recisi in vaso e la durata delle piante in vaso. La causa è l’etilene, l’ormone di invecchiamento prodotto in eccesso da fiori recisi come Dianthus, Delphinium, Agapanthus e da piante in vaso come Phalaenopsis e Campanula.

La caduta di germogli, fioriture e foglie avviene di solito come un sistema di autoconservazione del fiore per proteggersi dall’essiccazione. Per i fiori recisi e le piante in vaso, questa caduta di gemme, fioriture e foglie è spesso il risultato di una sovra-produzione dell’etilene, ormone della crescita. L’etilene è l’unico ormone della crescita vegetale noto, gassoso e naturale. Il gas etilene regola la maturazione/invecchiamento dei fiori recisi, delle piante in vaso, della frutta e della verdura. Il gas etilene è perciò anche utilizzato appositamente per accelerare la maturazione della frutta e la fioritura delle piante in vaso.

Le cause fondamentali della produzione di etilene sono due:

  • La produzione propria del fiore. Come reazione alla scissione dalla pianta madre, il normale processo di invecchiamento che viene curato dalla produzione di etilene è aumentato per attraversare più rapidamente tutte le fasi di sviluppo prima che il fiore muoia. Dopo tutto, il lavoro del fiore è quello di attirare gli insetti per essere fecondato e in questo modo assicurare la continuazione della specie.
  • Fonti di etilene al di fuori del fiore. Fumi di scarico, fumo industriale, fumo di tabacco, vegetali (come i pomodori), frutta e microrganismi sono alcune delle fonti che inquinano l’atmosfera con l’etilene. Questo gas viene assorbito dal fiore e aumenta i livelli di etilene già prodotti internamente, il che provoca un appassimento del fiore più rapido di quanto avverrebbe solo per la propria produzione interna della sostanza.

A causa dell’etilene, il processo di maturazione/invecchiamento dei fiori sensibili a questo ormone della crescita è accelerato. Ad esempio, l’aspettativa di vita di un Dianthus (Garofano), un fiore molto sensibile all’etilene, è di 3-4 settimane dopo la raccolta. L’esposizione alla produzione di etilene può diminuire l’aspettativa di vita di questo fiore a una sola settimana. Poiché la distribuzione e la vendita di fiori recisi in genere richiede almeno una settimana, al limite potrebbe non rimanere alcuna vita in vaso per il consumatore finale.

Effetti negativi dell’etilene:
• abbattimento di germogli, fiori e foglie
• maturazione/invecchiamento accelerati
ingiallimento delle foglie, crescita ricurva dello stelo

Cosa si  può fare?
Le fasi di sviluppo, una volta raggiunte, non possono essere invertite. Il processo di maturazione/invecchiamento dovuto all’etilene può essere restituito solo al suo livello naturale mediante l’applicazione di trattamenti post-raccolta. Quanto prima viene applicato questo trattamento post-raccolta, tanto migliore sarà la vita finale in vaso del fiore reciso. I prodotti di trattamento dei produttori, che hanno una base di tiosolfato d’argento / STS  o 1-MCP, proteggono dagli effetti negativi sopra menzionati di una maggiore produzione di etilene (interna ed esterna).


Prevenire i danni da etilene nei fiori recisi

 

Prevenire i danni da etilene nei fiori recisi

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I fiori stabilizzati

I fiori stabilizzati

I fiori stabilizzati


Con il termine “preserved” o “stabilizzato” si intende riferirsi a fiori che, avendo subìto un particolare trattamento di conservazione, rimangono inalterati nel tempo conservando la morbidezza e l’apparenza del fiore fresco.
Sono prodotti esclusivamente per interni, sono consigliabili ambienti asciutti ed è preferibile non esporli direttamente alla luce del sole, al fine di prolungarne la durata.
Una soluzione ideale per utilizzare il verde in quegli spazi dove il verde vivo non potrebbe essere conservato o per scarsità di luce o per mancanza di manutenzione.

La stabilizzazione avviene a livello vegetale attraverso un processo chimico naturale. Si svuota la linfa delle piante e al suo posto si inserisce la glicerina naturale che permette alla pianta di restare inalterata per un gran numero di anni. Di fatto, ciò che avviene è una sorta di mummificazione del vegetale. Dal momento in cui il vegetale viene raccolto non può trascorrere più di mezzora: deve subito essere messo nelle camere iperbariche così da aumentare la pressione e la temperatura. La pianta si dilata, la linfa diventa molto più liquida e defluisce completamente. A questo punto le piante vengono messe a bagno con una sostanza a base di glicerina naturale, acqua, colorante e zuccheri. La pianta assorbe questa nuova sostanza, che le permette di conservarsi per molto tempo nella forma che aveva nel momento in cui era stata tagliata. All’interno degli steli c’è infatti un’umidità di circa il 70%, che una volta recisi li porterebbe a marcire molto rapidamente. Questo trattamento non solo impedisce che ciò avvenga, ma esclude anche per il futuro qualsiasi genere di manutenzione: non sarà quindi più necessario fornire acqua alla pianta e nemmeno luce.

La stabilizzazione esiste dagli anni ’60-’70 del secolo scorso ed è un processo molto diffuso soprattutto per le rose. Tuttavia oggigiorno è stata estesa anche ad altri fiori quali il Dendrobium, il Cymbidium, la Zantedeschia (Calla), l’Hydrangea (Ortensia), ecc. ai muschi e ai licheni e a una grande varietà di fogliame come può essere l’Hedera, il Populus (Pioppo), la Quercia e in generale a una cinquantina di essenze diverse.

Con fiori e fogliamo stabilizzati si possono quindi creare composizioni floreali permanenti che avranno in tutto e per tutto l’apparenza di composizioni di fiori freschi e che si conserveranno per lunghissimo tempo, ma senza alcun problema di manutenzione.

I fiori stabilizzati

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I fiori stabilizzati

Rose stabilizzate

I fiori stabilizzati

I fiori artificiali e le piante artificiali

I fiori artificiali e le piante artificiali

I fiori artificiali e le piante artificiali

 

Un’importante componente nel settore merceologico floreale è costituita dai fiori e dalle piante artificiali.
Il fiore artificiale è trattato da molti ingrossi che solitamente importano il prodotto direttamente dalla Cina, Paese notevolmente specializzato nella fabbricazione dell’artificiale in virtù del basso costo della manodopera.
Il prodotto artificiale costituisce per il fiorista un articolo non trascurabile nelle vendite in quanto assai utilizzato in quegli ambienti come i posti di lavoro (es. ufficio) dove la pianta vera o il fiore reciso non potrebbero essere usati come elementi di arredo in quanto richiederebbero una continua manutenzione. Fiori e piante artificiali sono anche utilizzati per l’arredo domestico, soprattutto da chi non avrebbe il tempo per curare piante vere o per arredare angoli privi di luce solare, necessaria alla sopravvivenza delle piante vere. Da non sottovalutare inoltre anche l’utilizzo cimiteriale, soprattutto nei mesi dell’anno caratterizzati da temperature eccessivamente alte o eccessivamente basse per cui sarebbe dispendioso utilizzare i fiori recisi.

Dobbiamo distinguere due tipologie di fiori artificiali: quelli che imitano fedelmente i fiori freschi e quelli che riproducono le fattezze dei fiori veri ma non vogliono imitarne la verosimiglianza e quindi hanno un’apparenza improntata all’utilizzo come elementi di arredo (ad esempio anticati, talcati, brillantati, con colorazioni dichiaratamente artificiali per intonarsi ai colori e allo stile degli ambienti da arredare).

Volendo limitarsi alla prima tipologia, bisogna fare una precisazione preliminare: la parte del fiore più difficile da imitare non è quella del bocciolo bensì quella del fusto e delle foglie. Quindi il pregio del prodotto artificiale è determinato dalla maggiore o minore fedeltà nel riprodurre tutte le caratteristiche del fiore vero in ogni sua parte.

I fiori artificiali e le piante artificiali

Possiamo distinguere, a livello di costi, tre fasce di produzione:

  • fiori di bassa qualità e di basso prezzo che immediatamente si riconoscono come artificiali;
  • fiori di media qualità e di medio prezzo che presentano caratteristiche già di buon pregio;
  • fiori di altissima qualità che imitano così bene quelli reali da rendere difficile distinguerli, solitamente destinati ad arredo di interni e ricercati da chi vuole un fiore che difficilmente possa distinguersi da quello vero ed è perciò disposto a un investimento pecuniario notevolmente elevato.

Lo stesso discorso vale per le piante artificiali, per cui quelle di notevole fattura hanno costi molto elevati poiché imitano alla perfezione la pianta vera.

Un altro fattore da tenere in considerazione è che i fiori artificiali seguono le stagionalità di quelli veri e quindi la disponibilità negli ingrossi è legata alla stagione in cui gli equivalenti fiori veri sarebbero disponibili: cercare a Natale la Mimosa sarebbe anacronistico tanto quanto cercare a Pasqua la Stella di Natale (Euphorbia).

I fiori artificiali e le piante artificiali

 

I fiori artificiali e le piante artificiali

I fiori artificiali e le piante artificiali

I fiori artificiali e le piante artificiali

Comporre con i fiori nella spugna

Comporre con i fiori nella spugna

Comporre con i fiori nella spugna

TIPI E FORME DI SPUGNA


La spugna per fiori freschi è il supporto più comune per realizzare composizioni sia ad uso commerciale sia ad uso domestico. La spugna infatti, oltre che avere la funzione di supporto per i fiori, fornisce loro anche una buona riserva idrica. Essa è infatti progettata per assorbire una grande quantità d’acqua che poi verrà rilasciata agli steli. La spugna semplifica la preparazione delle parti strutturali del design, offra la massima flessibilità per l’inserzione dei gambi, ha un costo relativamente basso per un solo uso, e, se appropriatamente selezionata ed impiegata, è un valido supporto per i gambi offrendo ai fiori una durata pressoché equivalente a quella della vita in vaso.
Ci sono molti produttori di spugne. Uno dei più noti è la Smithers-Oasis. La marca Oasis è divenuta pressocché un termine generico per denominare la “spugna per fiori”.

Le spugne sono prodotte per due tipi diversi di utilizzo. Le spugne “idro” sono specifiche per composizioni con fiori freschi: assorbono acqua che sarà disponibile per gli steli dei fiori e generalmente contengono conservanti che prolungano la vita dei fiori stessi. Le spugne “dry” sono invece specificamente studiate per comporre fiori artificiali, essiccati e stabilizzati. Questa spugna non assorbe acqua poiché è idrorepellente e quindi non va assolutamente usata con fiori freschi. Delle spugne dry parleremo più avanti.

COME USARE LA SPUGNA IDRO

DENSITA’ E TEMPI DI ASSORBIMENTO Le spugne idro sono usualmente fabbricate in due o più gradi di densità. La spugna standard è quella più largamente usata. È una spugna di media densità che offre un buon supporto alla maggior parte dei fiori: Rosa, Dianthus (Garofano), Lilium, Chrysanthemum (Crisantemo), ecc. Quando vengono utilizzati fiori con gambi molto grossi oppure bisogna realizzare composizioni piuttosto alte, allora occorre una spugna più compatta e di maggior densità. Invece i gambi molli e cavi tipici di molti fiori da bulbo primaverili più agevolmente si inseriscono in una spugna di minor densità.
Le spugne idro sono fabbricate anche con percentuali di assorbimento d’acqua diverse. Le spugne normali possono impiegare dai 5 ai 20 minuti per saturarsi d’acqua. La corretta procedura di assorbimento è di permettere alla spugna di galleggiare liberamente sulla superficie dell’acqua in posizione orizzontale.
L’aria uscirà dalla parte alta man mano che la spugna assorbe acqua dal fondo. Spingendo forzatamente la spugna sott’acqua o mettendola sotto il rubinetto aperto si avrà invece scarsissimo assorbimento. Infatti poiché l’acqua saturerà subito le pareti esterne, non ci sarà nessuna possibilità per l’aria di uscire e perciò rimarrà una zona asciutta nella parte centrale interna dove si sarà formata una bolla d’aria. Questo sarà disastroso per qualsiasi gambo di fiore inserito nella zona asciutta.
Le spugne di buona qualità andranno a fondo scendendo in orizzontale fin sotto il pelo dell’acqua. Se la spugna beve prima da una parte e poi dall’altra inclinandosi mentre assorbe, significa che ha dei difetti di assorbimento: probabilmente presenterà alla fine delle aree più chiare nell’insieme di colore verde scuro che indica invece un corretto assorbimento.
Disponibili nelle diverse densità, vi sono però anche dei tipi di spugna che impiegano un tempo brevissimo per saturarsi d’acqua (dai 15 ai 60 secondi) riducendo i tempi di attesa quando si devono eseguire lavori rapidi o di grande entità.
Le spugne sono solitamente di colore verde per meglio confondersi con i fogliami in composizione e facilitare il mascheramento del supporto stesso. Tuttavia vengono prodotte anche spugne colorate in bianco, giallo, arancio, blu, ecc. che si armonizzano con i contenitori e i fiori impiegati.

Un altro vantaggio della spugna è che, oltre alla classica forma a mattone, vi è in commercio una grande quantità di forme disponibili per vari utilizzi. Cilindri, blocchi, anelli, ecc. la maggior parte dei quali dotati anche di una base di plastica, un supporto, o una gabbia che facilita grandemente la realizzazione di particolari design e la loro stabilità.
Ovviamente anche le spugne idro hanno i loro limiti. L’approvvigionamento di acqua non durerà indefinitamente, anzi durerà tanto meno quanto maggiore è il numero di steli inseriti.

Quando avremo fissato la spugna nel contenitore, occorre quindi lasciare sempre un spazio lungo il bordo per consentire l’aggiunta di acqua. Infatti ci deve essere sempre dell’acqua nel fondo del contenitore per approvvigionare la spugna, la quale non deve mai asciugarsi completamente.
Prima di iniziare il lavoro, la spugna va SEMPRE smussata sugli angoli e sui lati in modo da aumentare al meglio la superficie utile all’inserimento dei materiali floreali.

INSERIMENTO DEGLI STELI Prima di essere inseriti nella spugna, tutti i gambi hanno bisogno di un taglio (generalmente obliquo) all’estremità. Questo assicura un più facile e corretto inserimento del gambo. Una estremità del gambo sfilacciata o piatta provocherebbe infatti uno schiacciamento della spugna sotto di esso o un foro irregolare, creando un canale più largo del gambo stesso che renderà instabile il posizionamento del fiore provocando anche l’ingresso di aria che potrebbe ridurre l’assorbimento nello stelo. La profondità di inserimento varierà secondo il peso da sostenere e dovrà essere maggiore per fiori dal gambo lungo e grosso e dalla testa pesante ma assai ridotto per fiori esili e leggeri: tanto quanto basta insomma per farli bere e sostenersi, ma non più di quanto serve (il nucleo centrale della spugna dovrà sempre rimanere integro come riserva idrica!). Bisogna infatti tenere presente che una modesta quantità di spugna deve servire normalmente a contenere una notevole quantità di gambi. Se un gambo è stato inserito troppo profondamente nella spugna, non si può semplicemente tirarlo indietro. Ritirando il gambo verso l’alto sotto di esso rimarrebbe un vuoto con una bolla d’aria che impedirebbe l’assorbimento dell’acqua e perciò la prematura morte del fiore. Quindi se abbiamo commesso un errore inserendo troppo profondamente lo stelo, dobbiamo sfilare completamente il gambo e reinserirlo in uno spazio di spugna integro. Perciò non si possono fare troppi errori di inserimento riducendo la spugna ad un gruviera, altrimenti questa perderà la sua integrità e la capacità di sostenere i gambi ed offrire una sufficiente riserva d’acqua!

SPUGNA DRY E SPUGNE BIVALENTI

Vi sono in commercio anche spugne bivalenti che possono essere utilizzate sia bagnate (per fiori freschi) sia asciutte (per tutti gli altri tipi di fiori). In effetti, qualsiasi spugna idro potrebbe essere usata senza metterla a bagno per composizioni con fiori essiccati, stabilizzati o artificiali. Tuttavia la struttura delle spugne idro è troppo morbida e friabile per consentire un valido sostegno a lungo termine. Perciò i produttori hanno messo sul mercato una spugna specifica, a più alta densità e idrorepellente per questo uso: la spugna dry.

Le spugne dry sono realizzate in mattoni della stessa taglia o leggermente più piccoli rispetto a quelli della spugna idro. Anche la spugna dry è disponibile in una varietà notevole di altre forme per soddisfare diverse esigenze compositive.
La diffusione della spugna dry in diverse forme ha in parte soppiantato l’utilizzo di un altro materiale largamente diffuso in passato come supporto: il poliuretano.

IL POLIURETANO

Il poliuretano è una spugna idrorepellente con una consistenza più rigida ma con particelle più grandi. Questo richiede la creazione di un buco di invito fatto con una punta prima di inserire gambi fragili e sottili (es. fiori essiccati). Infatti spesso nell’utilizzo dei fiori freschi (esclusivo dell’arte funebre) questi ultimi vengono previamente applicati su apposite punte in plastica che ne facilitano e rendono sicuro l’inserimento. Inoltre il poliuretano offre meno sostegno ai gambi, che non possono essere comunque fissati con colle poiché la maggior parte delle colle non aderirebbe o squaglierebbe la spugna (ad esempio la colla a caldo al silicone).
Un importante utilizzo del poliuretano per le composizioni commerciali si ha nell’arte funebre, specialmente dove vi è necessità di una base con forma particolare o simbolica: ad esempio una corona, un cuore, una croce, ecc. Infatti queste basi sono funzionali per un utilizzo di breve durata nel giorno del funerale e i fiori freschi vengono fissati in esse con l’aiuto di particolari punte in plastica che ne facilitano l’inserimento, come detto sopra.

Tuttavia per utilizzi di più lunga durata esistono basi di spugna idro opportunamente sagomata e dotata di contenitore che consentono di realizzare croci floreali, cuori, copribara, ecc. anche se le basi di poliuretano continuano ad avere una larga diffusione commerciale per via della loro leggerezza.

Comporre con i fiori nella spugna

 

Comporre con i fiori nella spugna

 

Comporre con i fiori nella spugna

 

Comporre con i fiori nella spugna

 

 

 

 

Comporre con i fiori nella spugna

 

 

Comporre con i fiori nella spugna

 

Prevenire i danni da etilene nei fiori recisi

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Attrezzi per tagliare nel lavoro del fiorista

Attrezzi per tagliare nel lavoro del fiorista

 

COLTELLO DIRITTO PER INNESTO

I gambi dei vegetali impiegati in una composizione floreale devono essere tagliati in modo appropriato perché possano adeguatamente assorbire l’acqua una volta infilati nella spugna. Un taglio inappropriato infatti potrebbe avere un duplice effetto negativo: impedire che il fiore beva l’acqua e provocare una lacerazione nella spugna che impedisca un corretto sostegno del fiore causando anche l’infiltrazione di aria.

L’attrezzo da taglio generalmente privilegiato è quello chiamato “coltellino da fiorista”. Esso dovrebbe avere una lama corta d’acciaio inossidabile di ottima qualità che possa mantenersi affilata a lungo producendo un taglio netto e perfetto. I comuni coltelli da cucina non rispondono a tali requisiti poiché la loro lama è spesso troppo lunga, perdono facilmente l’affilatura e possono facilmente scivolare nella mano.
La grandezza del coltello da fiorista è una questione di scelta personale poiché deve essere leggero e confortevole e adattarsi alla mano di chi lo usa, il tipo è comunque quello pieghevole denominato “coltello diritto per innesto” e costituirà un attrezzo che il fiorista professionista porterà sempre con sé.
Tagliare i gambi con il coltello, anche se si tratta di steli robusti, è un’operazione facile e sicura se fatta nel modo appropriato. Anzitutto, come abbiamo detto, occorre usare il coltello adatto poiché l’impiego di coltelli inadatti richiederebbe uno sforzo maggiore con la probabilità che la lama scivoli e provochi un taglio alla mano.

COLTELLO

La spugna può essere tagliata e sagomata con un normale coltello da cucina con la lama leggermente seghettata.

CESOIE

Le cesoie da giardinaggio sono invece adatte per tagliare i gambi legnosi dei fiori freschi e per tagliare i gambi dei fiori essiccati.

FORBICI

Le forbici non vanno mai usate per tagliare gli steli dei fiori perché comprimono i vasi linfatici impedendo l’assorbimento dell’acqua. Sono quindi adatte solo per tagliare incarti, tessuti, nastri, pizzi, tulle, ecc.

TRONCHESE

Il tronchese serve per tagliare fili di ferro e i gambi dei fiori artificiali, che sono solitamente innervati con filo di ferro.

Attrezzi per tagliare nel lavoro del fiorista

 

Attrezzi per tagliare nel lavoro del fiorista

Attrezzi per tagliare nel lavoro del fiorista

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Prevenire i danni da etilene nei fiori recisi